LA SITUAZIONE
MERLARA L'aiuto che la casa di riposo di Merlara invocava da tempo

Lunedì 30 Marzo 2020
LA SITUAZIONE
MERLARA L'aiuto che la casa di riposo di Merlara invocava da tempo è finalmente arrivato. Ieri pomeriggio cinque infermieri dell'Esercito sono arrivati e da domani prenderanno servizio nella residenza per anziani Pietro e Santa Scarmignan. Assieme a loro anche un ufficiale medico. Allevieranno il carico di lavoro dei pochi dipendenti (25 sono ancora in quarantena su un totale di 45) che da più di due settimane stanno sopportando turni massacranti pur di assicurare agli ospiti l'assistenza e le cure necessarie. Che la situazione del pensionato sia drammatica lo dicono i numeri: 21 decessi in sedici giorni. Nella notte tra sabato e domenica, infatti, è spirato Vittorio Foscarin, 83enne originario di Castelbaldo.
LA VITTIMA
Vedovo e padre di due figli, Giampiero e Roberta, Vittorio risiedeva da tempo nel grande edificio bianco di via Roma. Le sue condizioni si sono aggravate nel giro di pochi giorni, come è successo per molte altre vittime di questo maledetto virus. Prima dell'epidemia il pensionato contava 73 ospiti. Oggi ne sono rimasti soltanto 50: ventuno riposano in una bara, due lottano per rimanere in vita, nel reparto di Terapia intensiva del Covid Hospital di Schiavonia. Una guerra senza esclusione di colpi contro un nemico invisibile e con molte probabilità di uscire sconfitti: «Ci sono un paio di anziani in condizioni critiche, temo che la fila di croci si allungherà ancora» confessa amareggiata Roberta Meneghetti, presidente della Ipab.
DESIDERIO ESAUDITO
Adesso però sono arrivati i rinforzi: ieri mattina l'ispezione dell'ufficiale medico all'interno della residenza Scarmignan per concordare gli ultimi dettagli tecnici e nel pomeriggio l'arrivo della camionetta con cinque infermieri militari, accompagnati da un autista. Visto che la sanità civile e la Regione non avevano fornito l'aiuto richiesto, il sindaco Claudia Corradin aveva lanciato un Sos alla sanità militare, chiedendo al prefetto di Padova Renato Franceschelli l'invio di paramedici dell'esercito. Il prefetto aveva chiesto a sua volta al Ministero della Difesa e alla protezione Civile nazionale l'invio di 15 unità: 5 sanitari e 10 persone di supporto logistico.
«Ci siamo impegnati tanto, finalmente sono arrivati e per un po' di tempo solleveranno i dipendenti che hanno davvero dato il sangue in questi quindici giorni per garantire agli anziani i servizi a cui hanno diritto commenta il sindaco dalla sua quarantena, sì perché stando in prima linea anche lei ha contratto il virus . Vedo che molte altre case di riposo colpite dal Covid-19 seguono le nostre stesse procedure: prima cercano di reclutare personale attraverso le cooperative o interpellando altre strutture, poi chiedono l'invio di paramedici militari, visto che medici e infermieri scarseggiano ovunque. Siamo stati i pionieri di una situazione drammatica di cui nessuno ha colpa».
«L'intenzione è di trattenere i sanitari il tempo strettamente necessario, cioè fino a quando non rientrerà in forze un numero sufficiente di dipendenti per assicurare la copertura dei servizi aggiunge la Meneghetti . Sappiamo che i fronti di emergenza si stanno moltiplicando e non abbiamo intenzione di approfittare più del dovuto del loro prezioso aiuto». I militari alloggiano nell'albergo ristorante La Campagnola di Urbana, di cui il prefetto ha autorizzato la riapertura proprio alla luce di questa circostanza. «Sono contento di dare una mano, è il mio lavoro e intendo farlo fino in fondo» afferma il titolare dell'albergo.
LA FEDE
Anche la Chiesa fa la sua parte: ieri mattina, durante la messa a porte chiuse ma in diretta Facebook, il parroco di Merlara e Minotte, don Lorenzo Trevisan ha ricordato uno per uno gli ospiti deceduti dallo scoppio dell'epidemia. Il pensiero è andato anche ai loro cari, a cui il virus ha negato la possibilità di essere lì accanto a loro nell'ora del trapasso.
«Gesù è il Signore della vita e ci tirerà fuori da questa ecatombe» ha detto il parroco durante l'omelia. Finita la celebrazione, con la mascherina calata sul viso e l'ostensorio stretto fra le mani, è uscito sul sagrato e ha mandato la benedizione eucaristica a tutte le famiglie della comunità, mentre le campane suonavano a festa.
Maria Elena Pattaro
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