LA SITUAZIONE
MERLARA Da ieri a dare manforte nella casa di riposo di Merlara

Martedì 31 Marzo 2020
LA SITUAZIONE
MERLARA Da ieri a dare manforte nella casa di riposo di Merlara ci sono anche i sanitari dell'esercito. Cinque infermieri e un ufficiale medico coordinatore si alterneranno all'interno della struttura, gomito a gomito con i dipendenti del Centro servizi per anziani Pietro e Santa Scarmignan, che da più di venti giorni fanno l'impossibile pur di assicurare cure e assistenza agli ospiti. Adesso finalmente potranno tirare un po' il fiato, contando sull'aiuto dei paramedici dell'esercito arrivati domenica pomeriggio, in attesa che i colleghi in quarantena rientrino in servizio. Nel frattempo il Covid-19 non allenta la presa sulla casa di riposo, anzi si conta un'altra vittima. Nella notte tra domenica e lunedì è mancato Antonio De Battisti, 92 anni, di Casale di Scodosia. Il suo è il ventiduesimo decesso da quando, l'8 marzo, il pensionato si è ritrovato a essere focolaio del virus. Prima dello scoppio dell'epidemia, la struttura ospitava 73 anziani. Oggi ne sono rimasti soltanto 49. Due sono ricoverati al Covid hospital di Schiavonia, gli altri invece riposano in una bara.
LA LOTTA
Ma la Residenza Scarmignan non vuole che quei volti e quelle storie si riducano a semplici numeri in un bollettino di guerra che diventa ogni giorno più drammatico. Per questo di ciascuno fornisce un ritratto affettuoso: «Antonio lo ricordiamo per la sua simpatia, per il suo sguardo espressivo e per i suoi sorrisi». Il 92enne, celibe e senza figli, aveva lavorato come falegname. Abitava in via Fantazzo-Boschetto, roccaforte dei De Battisti, visto che quasi tutti i nuclei di questa storica famiglia di Casale abitano qui. Qualcuno lavora ancora il legno, ma i più fanno gli autotrasportatori, proprio come Massimo, morto lo scorso ottobre a 57 anni, in un incidente lungo la A21, vicino al casello di Cremona. La sua morte aveva gettato nello sconforto l'intera famiglia. Adesso è arrivata la volta di Antonio, che lascia i fratelli Arduino, Zeffirina e Laura. L'anziano, risultato positivo al tampone, aveva alcune patologie pregresse ma era anche molto attivo tanto che gli operatori della struttura non si aspettavano di dovergli dire addio.
IL DOLORE
Quello della casa di riposo è un «amaro bollettino a cui non vogliamo abituarci» lamenta il sindaco Claudia Corradin, che è in isolamento visto che il Covid ha colpito anche lei. «È un'ecatombe, ma in mezzo a tanta tristezza c'è però una buona notizia: l'arrivo dei cinque infermieri e dell'ufficiale medico. Presumibilmente resteranno per tre settimane». Era l'aiuto invocato da Merlara fin dalla prima settimana di emergenza, quando dai tamponi è risultato chiaro che il virus aveva dimezzato il personale in servizio: 25 contagiati su 45 dipendenti. Non avendo trovato riscontro dalla Regione e dalla sanità civile, la Corradin aveva lanciato il suo Sos alla sanità militare. «Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta in questo difficile compito. In particolare il prefetto Renato Franceschelli, il sottosegretario al Ministero dell'Interno Achille Variati, il senatore Antonio De Poli, il Comando Logistico dell'esercito di Roma e l'Ospedale Militare di Padova». «L'immagine del personale sanitario militare che arriva in aiuto di Merlara rimarrà nelle nostre menti perché ci fa capire che stiamo vivendo un momento davvero drammatico e difficile per le nostre comunità afferma il senatore Udc Antonio De Poli . Questa immagine, tuttavia, è anche un grande segnale di speranza». I militari sono alloggiati nell'albergo ristorante La Campagnola di Urbana, autorizzato alla riapertura proprio per questa circostanza. Intanto dai ragazzi della scuola media Dante Alighieri sono arrivate lettere di incoraggiamento ai nonni guerrieri del pensionato, per usare le parole di Arianna: «So che per voi è un momento molto delicato e doloroso a causa di questo nemico invisibile. Ricordatevi che la durezza di questi tempi non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori. Dopo la tempesta viene sempre il sereno!». «Mi sembra che abbiamo trovato un equilibrio fermo restando che non ci sono molte altre alternative afferma il vicesindaco Matteo Migliorin, anche lui positivo al Covid . Il governatore Zaia ha escluso la possibilità di trasferirli in una struttura creata appositamente. Sicuramente sono seguiti con più attenzione e affetto in una struttura in cui già conoscono gli operatori».
Maria Elena Pattaro
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