LA RICOSTRUZIONE
PADOVA Dopo pranzo, lunedì, Federico Bertollo è uscito

Venerdì 23 Agosto 2019
LA RICOSTRUZIONE PADOVA Dopo pranzo, lunedì, Federico Bertollo è uscito
LA RICOSTRUZIONE
PADOVA Dopo pranzo, lunedì, Federico Bertollo è uscito per fare due passi. È stata l'ultima volta che la madre l'ha visto in vita. Il 23enne l'ha salutata, assicurandole che si sarebbe diretto al bar che si affaccia sulla rotatoria della Valsugana, a sì e no 150 metri da casa, e che poi sarebbe tornato.
A quell'ora, nella frazione di Pozzetto, con il caldo torrido del primo pomeriggio e il sole a picco, non fosse per il rumore delle auto e dei tir che sfrecciano sulla regionale, si sentirebbe solo il canto delle cicale. Nessuno ha il coraggio di stare all'aperto. Fa troppo caldo. E chi non vuole rimanere in casa, si rifugia in quel bar, che sta proprio a metà tra la casa di Federico, in via Belvedere, e quella dell'amico 45enne che abita dall'altra parte della rotonda, verso Galliera, e che gli ha fatto incontrare lo spacciatore Ivano Sogliacchi.
Nel locale, però, nonostante quanto detto alla madre, Federico non c'è mai andato. Le bariste, che lo vedevano praticamente tutti i giorni, lunedì pomeriggio sono certe che il ragazzo non sia passato. Il 23enne, infatti, ha preso la sua macchina, una Punto nera con gli interni bianchi, ed è andato dritto dall'amico. Tanto che la sua auto è rimasta parcheggiata lì fino a ieri mattina.
Poco dopo, la decisione di andare a casa di Sogliacchi e provare l'eroina. Gli serviva una giustificazione per non far allarmare la madre. Così le ha mandato un messaggino, l'ultimo. Una bugia: «Mamma, vado sui colli». Invece è finito a farsi iniettare la droga in vena da Sogliacchi, che pure lui, a volte, frequentava il bar sulla rotatoria. Quando qualcuno gli dava un passaggio in auto fin là visto che lui non aveva la patente.
Il fratello di Federico, Andrea, non si riesce a spiegare il perché il ragazzo abbia deciso di fare quel che ha fatto: «Se tutto questo fosse successo un anno fa, non mi sarei stupito. Ma ora sì. Ora sì, perché Federico era cambiato, pensava al futuro, aveva trovato lavoro in questa cooperativa, voleva riprendere a studiare al conservatorio».
Ma come ci è finito il 23enne a casa si Sogliacchi, una persona ai margini, così distante come età da Federico? Il familiare non ha dubbi: «Aveva questa amicizia discutibile con quest'uomo che abita vicino a noi. Una cattiva compagnia tanto che abbiamo cercato più volte di allontanarlo da questa persona. È stato sicuramente lui a portarlo dallo spacciatore».
Il 23enne in passato era già caduto nel tunnel della droga: «Un anno fa aveva usato stupefacenti, ma non eroina. È stata sicuramente la prima volta. Perché l'ha fatto? È stato mal consigliato. Sicuramente da quell'amico. Federico forse cercava qualcosa per cadere nell'oblio. Ma non può aver pensato lui all'eroina. Non solo non sapeva iniettarsela, ma aveva anche paura degli aghi».
E poi ci sono quelle terribili lesioni al volto: «Io spero davvero che se le sia procurate cadendo dopo essersi sentito male. Non voglio nemmeno pensare ad altro».
Nel quartierino dove abita l'amico 45enne di Federico, l'uomo non gode di una buona fama. Nella casa a schiera dove vive da una decina d'anni, di proprietà della sorella che ora risiede nel Vicentino, non c'è nessuno. «Non lo vedo da lunedì (il giorno della morte di Bertollo, ndr)» assicura un vicino di casa che abita nello stesso complesso e che sa bene di quell'amicizia con il ragazzino. «Federico veniva spesso da lui, un uomo strano, non sempre presente a se stesso» taglia corto il vicino.
E anche al bar della rotonda, gli avventori lo descrivono come una cattiva compagnia per il 23enne: «Veniva spesso - racconta uno di loro - e a volte ho visto anche Ivano (Sogliacchi, l'arrestato, ndr). È possibile che effettivamente fosse lui l'anello di congiunzione tra i due dato che hanno circa la stessa età». e per quanto riguarda Sogliacchi, l'avventore continua: «Spero che se lo tengano dentro. Anzi è meglio per lui che resti in carcere. Non gli perdoneremo mai quel che ha fatto a Federico che aveva una vita davanti. Aveva solo bisogno di essere aiutato, non di essere trascinato nel baratro».
M.Lucc.
(Ha collaborato
Michelangelo Cecchetto)
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