La lotta al Coronavirus

Venerdì 9 Aprile 2021
LA SITUAZIONE
PADOVA Una lunga salita e poi una vertiginosa discesa. Un'altra impennata seguita da una nuova picchiata. E poi una terza paurosa accelerata verso l'alto. Medici e infermieri vivono sulle montagne russe, ma in questo caso non c'è alcuna giostra con cui divertirsi. A tenerli senza fiato è la curva dei ricoveri perché l'ultimo mese è stato caratterizzato da una crescita costante che ci riporta alla situazione di inizio dicembre. Il grafico che pubblichiamo qui sopra relativo alla provincia di Padova parla chiaro: un mese fa i pazienti Covid in Terapia Intensiva erano 40 mentre oggi sono 89. Più del doppio.
Gli otto ospedali stanno reggendo e in caso di necessità potranno riconvertire altri reparti, ma la pressione è fortissima e la fine di questo salita ancora non si vede. Ecco perché l'attività chirurgica non urgente continua ad essere bloccata o - nella migliore delle ipotesi - procede a rilento.
I NUMERI
L'ultimo bollettino padovano dice che ieri sono stati registrati 271 nuovi contagi e altri 4 decessi. I ricoverati sono 432 così suddivisi: 181 al Giustinianeo, 19 al Sant'Antonio, 117 a Schiavonia, 9 a Piove di Sacco, 2 a Conselve, 71 a Cittadella, 2 a Camposampiero e uno a Montagnana. Un mese fa, lunedì 8 marzo, i ricoverati erano 288 e poi di settimana in settimana sono diventati 314, 368, 414, 427, fino ai 432 attuali. A fine dicembre, nel periodo peggiore, era stata superata quota 600. La speranza è che tre settimane di zona rossa consentano, così come era capitato dopo le feste di Natale, di piegare la curva.
LA SPERANZA
«Intanto l'età media si è abbassata molto, siamo attorno ai 65 anni - spiega il dottor Fabio Baratto, primario della Terapia intensiva a Schiavonia - Gli anziani non li vediamo quasi più. Non so se per merito del vaccino o perché siano più protetti». Un mese fa Baratto aveva sette pazienti Covid, ora nel suo reparto sono 18 e la speranza è di iniziare la tanto agognata discesa.
Attualmente in tutta la provincia le persone positive sono 7.597 e il numero sta finalmente calando dopo diversi giorni addirittura sopra i novemila. «Nella prima e nella seconda ondata è stata una catena - sottolinea il primario - Diminuiscono i contagi e di conseguenza crollano i ricoveri, i pazienti intubati e i decessi. Se questo è davvero il segnale dell'imminente discesa lo capiremo la prossima settimana. Siamo davvero esausti, faccio fatica a motivare i ragazzi e le ragazze che lavorano con me perché è un anno infernale. Sono stupito di come tutti trovino ancora forza ed entusiasmo, sono davvero eccezionali».
I POSTI LETTO
«La predominanza della variante inglese, che dicono essere più contagiosa rispetto alla forma tradizionale del virus, può essere una delle cause principali di questo nuovo aumento. I numeri sono alti e qui l'età media dei pazienti è di 60 anni, ci sono anche quarantenni» aggiunge la dottoressa Astrid Ursula Behr, direttrice della Terapia intensiva di Camposampiero. Un mese fa aveva sei pazienti Covid, ora gli 11 posti letto sono tutti piedi. «Nei prossimi giorni capiremo se l'onda scenda. Me lo auguro anche per poter far riposare qualche giorno il nostro personale in lotta da 14 mesi».
IL FOCOLAIO
Intanto le autorità sanitarie continuano a guardare con attenzione e preoccupazione alla situazione del carcere Due Palazzi dove i detenuti positivi sono oltre un centinaio e gli agenti penitenziari contagiati sono almeno una quindicina. Uno speciale gruppo di lavoro, a cui appartiene anche il direttore del carcere Claudio Mazzeo, è stato appena costituito dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. Due obiettivi: capire le cause e intervenire evitando che il virus dilaga ulteriormente.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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