L'INCONTRO
PADOVA La pandemia non ha rallentato la ricerca. Anzi, nel corso del

Martedì 30 Novembre 2021
L'INCONTRO PADOVA La pandemia non ha rallentato la ricerca. Anzi, nel corso del
L'INCONTRO
PADOVA La pandemia non ha rallentato la ricerca. Anzi, nel corso del 2020 l'Istituto di ricerca pediatrica Città della Speranza ha chiuso in pareggio il bilancio e ha assunto due nuovi ricercatori.
«A quasi 10 anni dalla sua costituzione, Città della Speranza è un'eccellenza nel panorama della ricerca in Italia. Questo grazie al lavoro dei gruppi di ricerca, agli investimenti in tecnologia, al continuo rinnovamento di strumenti, al reclutamento di scienziati di alto e altissimo livello, alla multidisciplinarietà della ricerca, introdotta alcuni anni fa come elemento distintivo del nostro istituto, che sta dando risultati tangibili, anche in termini di riconoscibilità del ruolo di Istituto per la ricerca pediatrica».
LA SITUAZIONE
A dirlo è stato ieri l'amministratore delegato Luca Primavera. Che ha aggiunto: «Tutto questo ci riempie di orgoglio e soddisfazione, ma allo stesso tempo ci deve spingere a fare di più, incrementando gli sforzi per un utilizzo ottimale di beni materiali e aumentando i finanziamenti derivanti dalle borse di ricerca».
L'anno del Covid ha visto aumentare l'indice che giudica le scoperte di maggior peso scientifico e clinico dal 4,9 del 2017 al 7,7 del 2020. E il bilancio si è chiuso con un sostanziale pareggio, ovvero con un utile di 28.246 euro, che porta il patrimonio libero dell'Istituto a un totale di 151.218 euro. I costi di gestione per attività tipica (ricordando che i costi di gestione dell'edificio sono direttamente a carico di Fondazione Città della Speranza) ammontano a oltre 4 milioni di euro di poco inferiori a quelli dello scorso anno oltre ai quasi 2 milioni per il funzionamento della Torre. Sul piano occupazionale, nell'ultimo anno Città della Speranza ha potuto garantire un contratto a tempo indeterminato ad altri due ricercatori e ha inserito la figura di responsabile del grant office, portando i propri collaboratori a 32. Complessivamente ogni giorno nella Torre lavorano circa 300 persone tra ricercatori e staff.
GLI AUSPICI
«Negli ultimi anni l'Irp è cresciuto in termini di competenze, numero di ricercatori, produzione scientifica, collaborazioni, brevetti e finanziamenti ha osservato la professoressa Antonella Viola, direttrice scientifica dell'Irp. Ritengo che l'anno che abbiamo davanti sia particolarmente critico e decisivo per il futuro della Città della Speranza. Il mio invito alle istituzioni che si occupano di ricerca e all'Università di Padova è a fare squadra e lavorare insieme. Se c'è una cosa che abbiamo imparato dalla crisi del Covid è che si cresce insieme: solo attraverso una autentica unità di intenti si potranno raggiungere grandi risultati».
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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