L'EX SOVRINTENDENTE
PADOVA «La Pediatria non c'entra nulla con la mia partenza.

Giovedì 5 Dicembre 2019
L'EX SOVRINTENDENTE PADOVA «La Pediatria non c'entra nulla con la mia partenza.
L'EX SOVRINTENDENTE
PADOVA «La Pediatria non c'entra nulla con la mia partenza. Stavamo ragionando tutti i giorni con i tecnici della Regione per migliorare il progetto ed eravamo quasi alla fine. Un percorso condiviso con tutti, Zaia e Giordani compresi che erano d'accordo su un aspetto fondamentale. La pediatria sarà la prima pietra del nuovo ospedale, dunque bisogna metterla giù bene. Non solo: sui plateatici avevamo raggiunto un ottimo compromesso fra economia e cultura concedendo anche la proroga oraria per gli ombrelloni. Certo bisognava mettere ordine alla deregulation tenendo le piazze più libere da ingombri, ma il problema era stato risolto».
I CAMBI
Vincenzo Tiné genovese di nascita ma padovano dal 2009 commenta così lo scambio con Fabrizio Magani, anch'egli padovano ma Sovrintendente a Verona. «Vede, il nuovo direttore generale del ministero ha ritenuto di fare un interpello a tutti i dirigenti anche perché erano sorti dei problemi con la Corte dei conti nelle precedenti nomine. Ne ha scambiati una dozzina, due anche in Lombardia. E in mezzo siamo finiti anche noi. Io e Magani avevamo espresso il desiderio di rimanere nelle nostre sedi, ma ormai siamo abituati ai cambi rapidi. Eppure oso credere che se fosse stato per il sindaco e il presidente della Regione sarei rimasto qui per altri 15 anni».
LA COLLABORAZIONE
Ma sulla Pediatria le posizioni della Sovrintendenza sembravano rigide. «Si stava lavorando insieme alla Regione tutti i giorni. Tre architetti dei nostri con la dirigente Salvina Sist, fianco a fianco. Avevamo dato dei suggerimenti, modifiche di dettaglio perchè il nuovo ospedale deve servire ma anche essere bello da vedere. Non si può ridursi ai prezzi standard per un'opera che sta vicino a un bastione. Non stiamo parlando di un ospedale piazzato in un posto qualsiasi. Dunque ci stavamo muovendo in due direzioni, un progetto paesaggistico e urbanistico chiaro che dicesse che cosa veniva abbattuto e come rinasceva l'area. E la modifica di Pediatria».
LE MODIFICHE
Come? «Beh, disegnarla meglio, la facciata è impattante non è accoglibile dal punto di vista del contesto. Poi cambiare materiali: vetro, mattoni e rame al posto del cemento. Sono orgoglioso delle basi poste perché danno il via a una operazione di qualità che non avrebbe fatto perdere tempo. E che avrebbe rispettato tanto i bambini quanto i cittadini che intendono tutelare un bene».
«Siamo consci anche noi che c'era un problema di costi e tempi e per questo stavamo lavorando giorno e notte per risolverlo ed anticipare la soluzione - continua Tiné - Tanto è vero che stavamo introducendo i nuovi criteri all'interno del documento principale, la Vas, Valutazione di impatto strategico».
Tra le richieste si è molto parlato della doppia pelle in vetro, ovvero un secondo strato per ridurre il calore ma molto costoso. «Polemiche strumentali. Il problema è stato posto ma si stava anche risolvendo. C'è una dialettica fra gli enti che stavano lavorando in armonia».
IL BILANCIO
Alla fine come giudica questi tre mesi? «Sono fiero di quello che abbiamo portato a termine e delle celerità con cui l'abbiamo fatto. Sul progetto Chipperfield della Piave abbiamo chiesto delle modifiche che sono state subito recepite. Abbiamo chiuso la vicenda del fronte dell'ex Foro Boario in Prato della Valle, e anche quella delle palazzine dell'ex Boschetti e di Leroy Merlin in corso Australia con le prescrizioni per la ex cattedrale di D'Avanzo. Insomma, lascio dei progetti definiti».
Mauro Giacon
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