«Il Pollini non basta, urgente l'auditorium»

Mercoledì 16 Ottobre 2019
L'APPELLO
PADOVA L'Orchestra di Padova e del Veneto, come non accadeva da tempo, registra il tutto esaurito. Quest'anno c'è stata una vera corsa all'abbonamento, vuoi per il programma accattivante fra Brahms e Beethoven, vuoi per il lungo lavoro dietro le quinte per riportare l'orchestra al centro dell'offerta musicale della città. Due elementi che, combinati, hanno fatto lievitare il pubblico degli affezionatissimi del 25 per cento. Un bel successo, che pone però un problema serio: lo sbigliettamento per i singoli concerti sarà alquanto ridotto considerata la capienza dell'auditorium Pollini, sede tradizionale dei concerti. E Paolo Giaretta, vice presidente dell'Opv, ex sindaco ed ex senatore, lancia subito un sasso nello stagno. «Il risultato è ottimo e la soddisfazione è grande, stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Ma ora il grande tema diventa l'auditorium: è l'obiettivo da perseguire con decisione e con forza. Senza uno spazio adeguato si rischia di non rispondere alla domanda di musica che arriva dalla città».
IL PUBBLICO
Gli abbonati alla stagione 2019-2020 (a scelta fra il ciclo completo di tredici concerti e il ciclo parziale di sette) hanno raggiunto quota 520. I conti non sono un'opinione: i posti del Pollini sono 542, quindi i biglietti a disposizione, pur tenendo conto del giro degli abbonati - si ridurranno a qualche decina per serata, quando andrà bene un centinaio. «Se questa tendenza, come speriamo, sarà confermata anche l'anno prossimo - continua Giaretta - entrerà in campo l'ipotesi di istituire nuovamente il doppio turno. Sempre in attesa del tanto auspicato auditorium». Che, precisa, non dovrà essere solo una sala da concerti. «È importante pensarlo come una vera e propria Casa della Musica, con spazi flessibili per ospitare convegni o piccole esecuzioni. Ma anche luoghi commerciali attinenti, capaci di alimentare pure la gestione: penso a negozi di dischi, a una libreria tematica, alle botteghe dei liutai». E poi bisogna investire sul lungo periodo. «Nei prossimi cinque anni, se tutto va per il meglio, la città avrà il nuovo centro congressi, l'auditorium, il Castello Carrarese con la ex chiesa capace di ospitare quasi 400 posti. Anche l'Università fa la sua parte con il futuro auditorium della Caserma Piave e con la sala da 250 posti del nuovissimo Polo Umanistico. La programmazione sarà fondamentale e va pensata da subito».
I PROGRAMMI
Non è facile conquistare pubblico, e anche l'Opv lo sa. Per questo, negli ultimi tempi, si sono susseguite tante iniziative, con attenzione soprattutto ai giovani e ai giovanissimi. Continua il ciclo Lezioni di suono con il compositore residente Michele dall'Ongaro, poliedrico soprintendente dell'Orchestra di Santa Cecilia (i tre appuntamenti saranno trasmessi su Rai 5), torna la gettonatissima rassegna Families&Kids per i più piccoli, è già iniziata la seconda stagione di concerti nelle case di riposo. Si consolida, e in prospettiva si amplia, l'impegno per diffondere la musica tra i giovani: l'Opv già collabora con dieci scuole d'infanzia e intercetta migliaia di studenti delle superiori con esecuzioni a loro dedicate. «Un impegno che ci sta ripagando, ma è necessario investire continuamente nella promozione della musica nel territorio». Nei programmi il coinvolgimento anche delle scuole della provincia e l'incremento dei concerti decentrati nei comuni del Padovano. Non mancheranno le tournèe, in particolare in Francia e in Germania, e un'esibizione al Quirinale il 9 febbraio per il Giorno del Ricordo che sarà trasmesso da Radio 3 e anche da altoparlanti piazzati sul Liston.
I CONTI
In tutto ciò, l'Opv deve far quadrare i conti. «Sono ottimista - afferma Giaretta - nonostante non manchino le difficoltà». C'è da tenere in piedi un'istituzione con trenta dipendenti e di recente il Fondo Unico per lo Spettacolo ha tagliato il budget del 10% facendo scendere il contributo a circa 900 mila euro. In compenso la Fondazione Cariparo ha aumentato il proprio e altrettanto hanno fatto Regione e Comune (280 mila euro a testa). «Poi c'è il grande aiuto dell'Art Bonus, che grazie alle detrazioni fiscali ha incrementato il numero degli sponsor. Uno strumento sul quale si fa affidamento anche per la venuta alla luce dell'auditorium».
Maria Grazia Bocci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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