IL DOLORE
CINTO EUGANEO Gli amici della pesca e i colleghi di lavoro. Un gruppo

Domenica 26 Gennaio 2020
IL DOLORE CINTO EUGANEO Gli amici della pesca e i colleghi di lavoro. Un gruppo
IL DOLORE
CINTO EUGANEO Gli amici della pesca e i colleghi di lavoro. Un gruppo di ragazzi in tuta verde mescolati a decine e decine di lavoratori dell'Ivg Colbachini. Uomini e donne, impiegati e operai, tutti con gli occhi lucidi e una convinzione: «Questa tragedia si poteva evitare». Lo mormorano in tanti, sul sagrato di una chiesa troppa piccola per contenere l'intera folla.
Gli amici dell'Angling team carp fishing si sono occupati di portare la bara dentro in chiesa e poi di riportarla all'esterno, posandoci sopra una maglietta, un cappello e mille affettuose carezze. «Ciao Simone - recita la lettera scritta dagli amici dell'associazione e letta da uno di loro salendo sul pulpito -, ancora una volta siamo tutti assieme, come piaceva a te. La notizia ci ha spezzato il cuore. Venerdì scorso quando ci hai parlato delle tue preoccupazioni, mai avremmo pensato che portassero a tutto ciò. Hai voluto che arrivassimo per primi, hai voluto lasciarci nel posto che ti rendeva più sereno. Resterai per sempre con noi, ti vogliamo bene Simone».
IL PERCORSO COMUNE
Dopo il lungo applauso, è il turno di un collega in rappresentanza di tutti i lavoratori dell'azienda di Cervarese. «Ciao Simone, non tutti oggi siamo potuti venire a darti l'ultimo saluto ma tutti ti abbiamo nel cuore. Grazie per gli anni trascorsi assieme - le sue parole -, un percorso forte e di grandi emozioni che resterà nei cuori di ognuno di noi. È difficile trovare le parole in questo momento. Un saluto, e un caloroso abbraccio, a te e alla tua famiglia da tutti i tuoi colleghi».
IL MESSAGGIO
Paolo Bolzon abita a Cervarese, a 500 metri dall'azienda, e conosceva Simone da più di dieci anni. «Mercoledì sera abbiamo terminato il turno alle 20 anziché alle 22, giovedì c'erano solo una decina di persona e venerdì è ripartita la riproduzione. Lunedì proveremo a tornare alla normalità - sospira - anche se è impossibile parlare di normalità. Diciamo che andremo avanti per lui. Sì, la normalità è veramente impossibile».
Paolo non smette di ascoltare un messaggio vocale inviato su WhatsApp da Simone il venerdì precedente al suicidio. «Aveva appena fatto l'incontro con il sindacalista che lo rappresentava davanti ai vertici dell'azienda. Mi aveva raccontato che era preoccupato per una situazione che non era certamente positiva. Lunedì e martedì ci eravamo parlati nuovamente, perché pur facendo turni diversi ci sentivamo spesso. Praticamente ogni giorno».
Tutti in questi giorni hanno definito Simone Sinigaglia come una persona buona, ricordando il suo amore sconfinato per la pesca (come traspare anche dalle tante foto pubblicate sul proprio profilo Facebook). Paolo Bolzon è in grado di tracciarne anche un ritratto lavorativo: «Non so se amasse il suo lavoro, ma di sicuro posso dire che lo faceva al meglio. Si occupava dei semilavorati, dal punto di vista manifatturiero un aspetto molto importante della produzione. Una posizione-chiave per lo sviluppo dell'attività aziendale. Si impegnava molto, non era certo un lavativo».
IL CONFRONTO
Dal confronto tra rappresentanze sindacali e azienda, intanto, potrebbe nascere un nuovo servizio interno rivolto a tutti i lavoratori. «Abbiamo discusso - racconta sempre Bolzon - della possibilità di attivare un servizio di supporto psicologico dedicato a lavoratori che ne avessero bisogno. Potrebbe essere molto importante. Alla luce di quello che è successo e in vista di eventuali situazioni delicate future».
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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