I benefit alle famiglie salvano gli adolescenti dall'abuso di alcol

Venerdì 20 Aprile 2018
LA RICERCA
PADOVA Le campagne di sensibilizzazione per un consumo accorto di alcolici funzionano, a tutto beneficio della salute. E sono sempre meno gli adolescenti che fanno uso di alcol in Europa e in Nord-America, e questo dipende dagli investimenti che si fanno, in particolare per i benefit per le famiglie.
È quanto emerge da una ricerca dell'Università pubblicata sulla rivista internazionale Drug & Alcohol Review, a firma di Alessio Vieno e Gianmarco Altoè, del dipartimento di Psicologia dello sviluppo e della socializzazione del Bo, che hanno agito in collaborazione con le università l'australiana Trobe University di Melbourne e la canadese (McGill University).
Gli adolescenti, è emerso, sono considerati un gruppo ad alto rischio di sviluppo di problemi correlati all'uso di sostanze psicotrope, e proprio l'alcol è la prima sostanza con cui entrano in contatto. «Oltre alle tradizionali caratteristiche individuali e familiari, come la ricerca di sensazioni e l'impulsività o l'uso di sostanze nei familiari, sembrano esserci spiega il professor Vieno - alcuni elementi contestuali molto rilevanti nell'aumentare la probabilità che i preadolescenti si astengano dall'uso di alcol. In particolare, sembra che le spese fatte negli ultimi 15 anni a livello statale soprattutto in termini di benefit per la famiglia (asili nido, assistenza alle famiglie etc.) abbia generato un incremento notevole dei preadolescenti che si astengono dall'entrare in contato con gli alcolici in età precoce».
Gli autori hanno analizzato i dati relativi all'uso di alcolici tra il 2002 e il 2014 di 175.331 studenti 15enni europei e nord-americani, evidenziando un incremento medio di preadolescenti che si astengono dall'uso di alcolici che passa dal 21% nel 2002 al 35% nel 2014. Con eccezione della Grecia (in cui si riscontra un decremento dal 20% al 15%), i risultati sembrano dimostrare questo trend indipendentemente dal genere di appartenenza e dallo status socio-economico familiare.
Agli estremi di questo trend positivo, ci sono nazioni come l'Italia (dove la percentuale di astinenti passa dal 19 al 24%) e Paesi con un trend molto più pronunciato, come quelli scandinavi (la Norvegia passa dal 23% al 56%).
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