Grande Guerra, raduno a Padova «Libertà e pace mai scontate»

Lunedì 19 Novembre 2018
LA CERIMONIA
PADOVA «La libertà, la democrazia, la pace, non bisogna darle mai per scontate. Vanno difese giorno dopo giorno». Con questo pensiero, ieri mattina, dal sagrato di Santa Giustina, la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, intervenendo al raduno nazionale dell'Associazione combattenti e reduci, ha concluso idealmente le celebrazioni padovane del centenario della fine della prima Guerra Mondiale.
Casellati, dopo aver visitato sabato pomeriggio le mostre dedicate al primo conflitto mondiale al centro culturale San Gaetano e al museo della Terza Armata, ieri mattina, accompagnata dal parroco del Tempio della Pace Don Elia Ferro, ha deposto una corona di fiori sulla lapide della medaglia d'oro al valor militare di Padova Lucindo Faggin. A seguire, la presidente ha raggiunto il sagrato della Basilica di Santa Giustina dove, ad attenderla c'erano, tra gli altri, il presidente dell'Associazione nazionale combattenti e Reduci, Sergio Paolieri, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, generale di Corpo d'Armata, Salvatore Farina, il Generale di corpo d'Armata Amedeo Sperotto, Comandante del Compof Nord, il sindaco Sergio Giordani, il prefetto Renato Franceschelli e il questore Paolo Fassari.
UN RUOLO CENTRALE
«E' motivo di orgoglio poter concludere le celebrazioni della Prima guerra mondiale organizzate dall'Associazione nazionale combattenti e reduci e poterlo fare qui, nella mia città ha spiegato nel suo intervento Casellati - Padova ha avuto un ruolo centrale durante l'intero periodo bellico, sia sotto il profilo militare sia sotto il profilo umanitario. Parlando quella stessa lingua che in molti non avevano conosciuto prima, partiti da tutte le regioni d'Italia, condividendo gli stessi sogni e ispirati dagli stessi ideali, i nostri militari hanno con il loro coraggio difeso e ricostruito la Nazione ha aggiunto la presidente - Il ricordo di quegli uomini, delle tante donne portatrici volontarie al loro fianco, dei medici, dei civili e di tutti coloro che misero la propria vita al servizio dell'Italia, deve oggi come allora essere un monito per le future generazioni: la libertà, la democrazia, la pace, i principi cardine del nostro Stato di diritto, vanno difesi giorno dopo giorno».
L'INSEGNAMENTO
«L'associazione combattenti ha detto invece, Giordani ci dà un gradissimo insegnamento legato allo spirito di corpo, ovvero che nessuno deve essere lasciato indietro». Il generale Farina ha poi insistito sul fatto che la vittoria della prima guerra mondiale, non fu una vittoria solamente dell'Esercito, ma di tutto il popolo italiano.
IL PENSIERO PER BELLUNO
Al termine della cerimonia, prima di raggiungere Villa Giusti, per uno scambio di doni, Casellati ha riservato un pensiero alle popolazioni bellunesi colpite dal fortunale di fine ottobre. «Quello veneto è un popolo straordinario, non si piange mai addosso e si rimbocca le maniche ha concluso la presidente - Questo, però, non può comportare che qualcuno decida di chiamarsi fuori. L'operosità dei veneti non può giustificare assenze da parte di nessuno. Servono risorse importanti da parte dello Stato e dell'Europa perché, in quei luoghi, ho visto delle terre cancellate dal maltempo. C'è bisogno anche di semplificare una legislazione troppo farraginosa e burocratica. A questa ricostruzione vanno applicate le norme dell'emergenza».
Alberto Rodighiero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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