È avvenuto ieri, a Springfield, nella chiesa di Sant'Antonio di Padova dei

Domenica 14 Settembre 2014
È avvenuto ieri, a Springfield, nella chiesa di Sant'Antonio di Padova dei Maroniti l'incontro del bambino di otto anni (finora) muto, che nella sua casa, a due ore d'auto dalla città del Massachusetts, ha detto per la prima volta “mamma”, mentre nel tempio una coppia di sposi amici pregava davanti alle reliquie del Taumaturgo proprio perché il piccolo acquistasse la parola, con il rettore della basilica del Santo padre Enzo Poiana, con il parroco e il vescovo della diocesi locale. Il bambino era accompagnato dalla madre, ma l'autorità ecclesistica locale ha mantenuto su questo incontro il più stretto riserbo. È preannunciato un comunicato nei prossimi giorni.
La chiesa, mèta da una settimana di tantissimi devoti, ieri ha visto un afflusso ancora maggiore, come testimonia il rettore del Santo padre Enzo Poiana, rimasto fra l'altro stupito per questa devozione manifestata a tutti i livelli: «Giovani, vecchi, gente semplice, famiglie, malati, gruppi di varia provenienza. E... la presenza quotidiana dei due vescovi: quello maronita e quello di rito latino».
E a Padova, nella comunità conventuale del santuario antoniano, come è stato accolto e commentato quell'evento? Cautela, cautela e ancora cautela, nonché, ovviamente, soddisfazione, gioia, per quella “singolare coincidenza” (o “prodigio”) che ha visto quel bambino muto dalla nascita, appunto, pronunciare per la prima volta la parola mamma.
Così si possono riassumere stati d'animo e commenti dei religiosi alla notizia apparsa sulla pagina Facebook del rettore padre Enzo Poiana che, con il confratello Alessandro Ratti, ha portato nella città del Massachusetts due reliquie (ex massa cute corporis ed ex massa corporis) del Taumaturgo.
Padre Giorgio Laggioni, vicerettore del Santo, venerdì impegnatissimo per un frate anziano da accompagnare nell'infermeria della casa dell'Ordine di Pedavena, e in seguito per l'avvio dell'anno di noviziato di nove giovani, ha saputo dell'evento nel pomeriggio e sottolinea come ci sia stata e ci sia (ovviamente, diciamo noi) una «massima prudenza e discrezione, perché ogni fatto "umanamente inspiegabile" è sottoposto dalla Chiesa ad un severo esame e non spetta certamente a noi dire se si è verificato un miracolo, cioè un fatto umanamente e scientificamente inspiegabile, ma soltanto al vescovo della diocesi locale americana, cioè del luogo dove il fatto è avvenuto, dopo avere istruito un regolare processo canonico».
Un processo canonico che, come è noto, «prevede vari passaggi, prima di giungere alla dichiarazione che "consta essere accaduto un evento non attribuibile a cause naturali, ma riconducibile all'intervento divino"».
Anche il ministro provinciale dei frati minori conventuali, padre Giovanni Voltan, ha fatto appello alla massima prudenza, perché «la materia di cui si tratta è estremamente delicata». Certo, il "Santo dei miracoli" è l'intercessore presso Dio per eccellenza, per così dire, ma la prudenza è sempre d'obbligo, appunto. Dal canto suo, il delegato per la basilica antoniana monsignor Giovanni Tonucci, da Loreto (è delegato anche per quella basilica pontificia), non ha rilasciato dichiarazioni, in attesa di notizie più precise e dettagliate.

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