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Duecento spese solidali per i camerieri in crisi

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Venerdì 22 Gennaio 2021
L'INIZIATIVA
DUE CARRARE «La nostra idea si è rivelata un successo perché qui ci conoscono tutti. Pensate che facciamo centomila clienti all'anno». Silvio snocciola questi numeri con grande orgoglio e poi si ferma all'improvviso: «Anzi, facevamo centomila clienti all'anno. Ora non li facciamo più». Silvio Cufone è il titolare del Re di mezzo di Due Carrare, noto ristorante che ieri si è trasformato per due ore in un grande supermercato solidale. Duecento persone hanno risposto all'appello lanciato la sera prima dai gestori per aiutare i dipendenti del locale: tutti sono in cassa integrazione e molti sono in grandi difficoltà economiche. Pasta, olio, pomodori, biscotti, sale, zucchero, caffè: sono solo alcuni dei prodotti portati nei grandi sacchi e poi lasciati negli scaffali per destinarli al personale di un'attività simbolo della cintura urbana di Padova. La chiamata sui social aveva fatto breccia tra moltissimi cittadini ma forse nessuno si immaginava numeri così alti.
LA COPPIA
L'appello viene lanciato con un video di 5 minuti e 42 secondi pubblicato mercoledì sera su Facebook. I protagonisti sono Silvio Cufone e la compagna Alessandra Bozza, due ristoratori capaci di reinventarsi dopo aver fatto tutt'altro. Lui era un impresario edile colpito dalla crisi economica quando, undici anni fa, ha deciso di rilevare il locale. Lei era invece stata la prima estetista ad aprire ad Albignasego prima di cambiare mestiere, conoscere Silvio e rimettersi in gioco. Dopo la crisi economica del decennio scorso, ora devono vivere la crisi dettata dalla pandemia.
«Da febbraio siamo stati spesso costretti a tenere chiuso - spiega Silvio - Abbiamo provato ad aprire a mezzogiorno ma il nostro è un locale serale, famoso anche per i concerti, e quindi non ce l'abbiamo fatta. Siamo completamente fermi e non sappiamo nemmeno fino a quando. L'esproprio che ci è stato fatto del nostro lavoro non è stato affatto ripagato dallo Stato». Questa è la premessa, poi prende la parola Alessandra: «Abbiamo cinquanta dipendenti e ci sentiamo in guerra senza armi. Abbiamo deciso di aprire il nostro locale per raccogliere la spesa per i nostri ragazzi che ne hanno bisogno. C'è chi non riesce nemmeno a comprare le cose più semplici. Per chi è di buon cuore e ci sostiene, dalle cinque e mezza alle sette saremo lì e vi aspettiamo. Basta anche un piccolo aiuto, meglio di niente».
LA RISPOSTA
Il video inizia a circolare vorticosamente tra le pagine Facebook e le chat di WhatsApp. Il passaparola si fa sempre più forte, il paese si stringe attorno a questo ristorante e a tutti quei dipendenti che nella maggior parte dei casi sono proprio ragazzi e ragazze del posto. E si arriva così al pomeriggio di ieri, alle prime buste lasciate all'ingresso del Re di mezzo che poi diventano, di minuto in minuto, un fiume sempre più grande di solidarietà. «La risposta è stata fantastica - racconta Silvio, sistemando gli ultimi pacchi all'ora di cena - Si sono mobilitate anche la Caritas e la Croce Rossa. Forse non tutti i nostri dipendenti avranno bisogno di questi generi alimentari, ma alcuni sicuramente sì perché per loro arrivare a fine mese pagando le bollette è diventato quasi impossibile. I primi sono già arrivati e hanno preso quello che serviva, senza bisogno di pagare nemmeno un centesimo».
IL COMUNE
È arrivato anche il sindaco Davide Moro. «Io mi aspettavo andasse così perché parliamo di una realtà importante del territorio, per la quale c'è molto affetto. Il carico arrivate dalla Croce Rossa è davvero simbolico. La situazione in questo comparto, così come in quello turistico, è terribile. Lunedì è venuto a parlarmi piangendo un ragazzo che lavora in un albergo e la vede nera. Il problema non è solo la fame dell'oggi, il problema è anche la paura del domani». La risposta, intanto, si chiama solidarietà.
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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