Alpino Cristiano Dal Pozzo, 101 anni Dall'Altopiano al Santo per la messa

Martedì 2 Dicembre 2014
Dal 1946, ininterrottamente, ad ogni compleanno, l'1 dicembre in pellegrinaggio dall'Altopiano a Padova, in adempimento al voto fatto in guerra e in prigionia, se avesse portato a casa la pelle. E così è stato ieri, per l'alpino Cristiano Dal Pozzo, che ha festeggiato i 101 anni al Santo: una preghiera con la mano appoggiata sulla lastra tombale del Taumaturgo, la messa celebrata (in modo particolare) per lui da un altro alpino, il rettore della basilica padre Enzo Piana, e quindi il pranzo insieme ai frati minori conventuali, al figlio Gianni, al nipote Matteo, al giovane Claudio Zen di San Giacomo di Romano d'Ezzelino vestito con l'"uniforme storica" della Grande Guerra.
Alpino nella campagna di Abissinia (1936), quindi sul fronte libico nel secondo conflitto mondiale, Cristiano Dal Pozzo si trovava a Bolzano quando lo colse (è il caso di dire) l'8 Settembre. Rifiutata la collaborazione ai nazisti finì in un campo di concentramento in Austria, poi, il ritorno a baita e l'adempimento del voto fatto a sant'Antonio, anno dopo anno, fino a questo 2014.
Casco coloniale con la penna nera in testa, il vecio ha costituito durante la messa un elemento di curiosità per i tanti fedeli presenti in basilica, una curiosità appagata da padre Enzo Piana quando al Vangelo ha porto il saluto all'alpino "dalla pelle dura", perché nonostante le prove alle quali era stato sottoposto, resiste impavido e non manca all'appuntamento del compleanno al Santo. La sua storia, perciò, appartiene non soltanto «alla grande famiglia degli Alpini... Che Dio ti benedica, che il Santo ti protegga - ha aggiunto padre Poiana... Sei diventato non solo un patriarca delle Penne Nere ma anche della grande famiglia antoniana.
Per l'occasione, il Rettore indossava la casula donata dallo stesso Cristiano nel 2013 per la festa del secolo. E quest'anno? Il vecio è tornato alla consuetudine, cioè ha donato ai frati un bel sacco di "pregiate" patate dell'Altopiano...
Ai 100 più uno, l'alpino di Rotzo ci è arrivato poi con il consueto sorriso sulle labbra e tanta gioia di vivere, anche perché circondato dall'affetto e dalle premure dei veci e dei bocia della sezione Ana Ortigara, nonché del personale della Casa di risposo San Giuseppe di Roana dove si è trasferito nel maggio scorso, e dove, fra l'altro, può godere della compagnia della sorella Rita, novantaduenne afflitta (anche lei) da problemi alle gambe.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci