Alle Scuderie la pittura dirompente di Vecchiato

Mercoledì 17 Luglio 2019
L'ARTISTA
Si ispira all'Uomo ad una dimensione di Marcuse, l'opera pittorica di Marco Vecchiato, ospitata da sabato al 25 agosto alle Scuderie di Palazzo Moroni. La trentina di lavori, comprendenti carte, disegni e tele di piccole e grandi dimensioni, individuando infatti il loro filo conduttore in una commistione di linguaggi artistici, filosofici e letterari che rimanda ai filosofi del primo Novencento ed in particolare al filosofo tedesco, teorico del principio di prestazione. Sotto il titoldo Body out, l'esposizione di Vecchiato, evidenzia infatti una ricerca a volte febbrile attorno all'idea di Uomo, che si esplica, anche nella sua drammaticità, nella specificità del linguaggio cromatico. Se la luce bianca rimanda infatti all'origine dell'essere umano, quella rossa rivela la passione ed il dramma della sua fisicità, mentre il nero, rinvia alla categoricità con la quale il corpo transumana per assurgere alla dimensione dell'idea. Nella commistione di linguaggi, tuttavia, complica e dinamizza l'esito pittorico. La dimensione dell'immagine assume cosi una connotazione spesso violenta, tanto nell'espressione gestuale che in quella concettuale. Se la pittura di Vecchiato è anche scrittura e pensiero, non per questo, secondo i critici può essere definita concettuale. La sua esperienza pittorica resta infatti figurativa, anche se la sua figura è un'idea, o la negazione dell'idea. Lo sottolinea anche il critico Barbara Codogno, autrice dell'introduzione al catalogo. «Vecchiato sottolinea - nega i codici della figurazione e della narrazione, dando vita ad un atto di ribellione che porta alla sepoltura del racconto, al funerale della figura. Le figure sono così sollevate dal loro ruolo rappresentativo ed entrano così direttamente in contatto con un ordine di sensazione. Lievemente, si percepiscono appena, affiorano da un amalgama informe e indefinito». Il travaglio artistico di Vecchiato è già stato apprezzato nelle diverse mostre tenute in tutta Italia lungo un percorso di riconoscimenti iniziato dalla prima esposizione collettiva alla Fondazione Bevilacqua la Masa (1999) - fino al recente riconoscimento che lo vede tra i finalisti del Premio Nazionale Combat.
Lucio Piva
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