Accordo di buona condotta anti-contagio con i dipendenti

Giovedì 9 Aprile 2020
Accordo di buona condotta anti-contagio con i dipendenti
IL CASO
TREBASELEGHE Solo casa e lavoro. Per proteggere i propri pazienti, tutti i 130 dipendenti della casa di riposo don Orione hanno sottoscritto un'autocertificazione di buona condotta per garantire la serietà di un comportamento adeguato all'emergenza sanitaria. Gli operatori del centro per anziani di Trebaseleghe, come ricetta anti-coronavirus, si sono obbligati a tenere nella vita privata, fuori dai turni di servizio, uno stile assolutamente controllato. Per il periodo della quarantena, sono stati esplicitamente invitati a non uscire da casa ed effettuare in macchina solo il tragitto tra la propria abitazione e il luogo di lavoro. E loro hanno accettato questo patto per tutelare i propri pazienti. Inoltre ogni giorno prima di entrare al don Orione gli operatori e i dipendenti si misurano la febbre. Se il temometro segna più di 37 gradi, non si entra.
Secondo il direttore della struttura, è questa la ricetta che ha consentito al centro - 33 anni di storia e 145 ospiti presenti - di non registrare nessun caso di positività. Don Bruno Libralesso, trebaselincense d'origine che è ritornato a casa qualche anno fa dopo aver maturato diverse esperienze in altre realtà nazionale e all'estero, mostra tranquillità e serenità: «Noi abbiamo chiuso la nostra struttura ai parenti e agli esterni una settimana prima dell'imposizione governativa. Non abbiamo lasciato nulla d'intentato. Gli anziani che presentavano l'inizio di qualche malessere o che avevano una temperatura corporea superiore a 37 gradi sono stati sistematicamente sottoposti al tampone. I test, ad oggi, sono tutti negativi. Anche i nostri dipendenti hanno fatto gli esami e si sono impegnati formalmente a prestare la massima attenzione anche lontano da qui. Non abbiamo somministrato nessun kit sierologico: continuiamo con la metodologia dei tamponi che ci offre la serenità necessaria per proseguire».
Don Bruno Libralesso è un uomo di fede. Per scongiurare questa crisi prega e si affida a Don Orione, ma non dimentica l'obbligo di osservare le disposizioni del governo: Al don Orione preghiamo incessantemente - ribadisce don Libralesso - al contempo tutti noi cerchiamo di rispettare le regole. Anche se è un sacrificio con queste belle giornate, dobbiamo rimanere a casa. Non ci sono alternative. Non possiamo adesso abbassare la guardia e comportarci come prima. Faremo di tutto perchè nessuno dei nostri graditi ospiti venga contagiato dal virus».
L'ultimo pensiero del 77enne prete padovano che dirige la struttura per anziani a nord del paese è quello che il coronavirus, in qualche modo, entri tra le mura domestiche. Ad ogni modo ieri pomeriggio, il direttore assieme a qualche suo stretto collaboratore, ha sgombrato cinque stanze ed ha spostato i letti in un'area appositamente pensata in caso di emergenza.
«Vogliamo ulteriormente prepararci a qualsiasi eventualità - ammette don Bruno - abbiamo ricavato all'interno della struttura un reparto che servirà per curare le persone contagiate. Ripeto ad oggi la nostra situazione è sotto controllo e non ci sono casi dubbi ma, volendo rispettare le disposizioni del governo, abbiamo voluto predisporre preventivamente un'area riservata».
Il legame tra la casa don Orione e il Comune di Trebaseleghe è sempre stato profondo e collaborativo. Il presidente del consiglio comunale trebaselicense Devis Trevisanato è un forte sostenitore di un rapporto indispensabile per la qualità della vita cittadina: « Il servizio erogato è straordinario - afferma - tante attivate programmate sono integrate con la vita sociale del nostro territorio. Come amministrazione dovremo solo tendere ed incrementare questa collaborazione foriera per il benessere dei nostri anziani».
Luca Marin
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