(L.I.) Il viceparroco di Torre don Francesco Bonsembiante non voleva ledere la reputazione dell'ex governatore Giancarlo Galan. L'ha ribadito l'avvocato Orietta Baldovin, sollecitando l'archiviazione dell'inchiesta nata da un'omelia ad effetto del sacerdote. «Sbaglia Giancarlo Galan - ha detto il legale - nel sentirsi identificato quale essere mefistofelico con le corna e unghia spartite, orrendo a guardarsi ma proveniente dalla mitologia pagana: tutt'al più il suo comportamento è stato paragonato al diavolo quale angelo caduto dal cielo a causa del suo discostarsi da Dio e dai suoi precetti». Di ben altro avviso il difensore di Galan, l'avvocato Alberto Berardi, che insiste per l'esercizio dell'azione penale nei confronti del viceparroco. Nessuno ha titolo per definire Galan "diavolo", neanche un prete, durante l'omelia di una messa domenicale, paragonando i fatti della vita alle parabole del Vangelo. La difesa dell'ex governatore ritiene che il diavolo rappresenti tutti i disvalori e le caratteristiche negative dell'essere umano. È la nemesi di Dio. Con la sua predica il sacerdote non avrebbe solo considerato "luciferino" un comportamento, ma avrebbe identificato Galan come Satana stesso. Per il pm Tonon don Francesco avrebbe semplicemente esortato i fedeli a tenere comportamenti eticamente responsabili. Non avrebbe rivolto i propri strali solo all'operato dell'onorevole Galan, ma avrebbe censurato anche i comportamenti di alcune banche, accusate di finanziare il commercio di armi. Tra una settimana la decisione del giudice Cristina Cavaggion.
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