LA STORIA
CAMPODARSEGO (PADOVA) Cercano lavoratori offrendo contratti di tutto

Sabato 2 Dicembre 2017
LA STORIA
CAMPODARSEGO (PADOVA) Cercano lavoratori offrendo contratti di tutto rispetto, ma non ne trovano: succede alla Antonio Carraro, azienda dell'alta padovana esperta nella produzione di trattori compatti per agricoltura specializzata, che da mesi attende risposte positive dalle agenzie interinali del territorio. Peccato che queste risposte non arrivino: in tempo di crisi, e con una disoccupazione giovanile che ha toccato livelli senza precedenti nella storia dell'Italia dal dopoguerra, un'azienda strutturata e solida come la Carraro di Campodarsego non riesce a trovare manodopera. E non stiamo parlando di contratti a tempo determinato o part-time: «Offriamo un contratto base di terzo livello che fa riferimento al contratto nazionale del settore metalmeccanico, con una retribuzione di 1.590 euro lordi mensili», spiega la responsabile Relazioni esterne, Liliana Carraro. Incredula, di fronte all'impossibilità di agenzie interinali ed enti di formazione, di fornire le figure professionali di cui necessita.
L'INVESTIMENTO
Nel biennio 2017-2018, la Antonio Carraro ha messo in campo 10 milioni di euro di investimento, approfittando dell'iperammortamento previsto dal Piano Industria 4.0 elaborato dal ministro Carlo Calenda, per ammodernare la propria fabbrica e automatizzarla il più possibile, e altri 8 ne investirà entro il 2021. Un gruppo conosciuto quello padovano a livello mondiale, il cui solo nome dovrebbe essere sinonimo di garanzia: «Stiamo interconnettendo tutto il reparto della produzione prosegue Liliana Carraro -. Abbiamo fatto grossi investimenti, per dare un segnale consistente di cambiamento. Abbiamo inserito nuovi robot che servono per la catena di montaggio, e avremmo bisogno urgente di trovare manodopera specializzata che faccia funzionare tutto quest». Ma niente da fare, nessuno risponde all'appello: i 70 nuovi dipendenti non si trovano, e l'azienda si vede costretta ad organizzare una giornata porta aperte nella speranza che il suo messaggio arrivi il più lontano possibile. Cercano ingegneri meccanici progettisti, periti meccanici disegnatori, operatori addetti alle lavorazioni meccaniche, alla carpenteria, al controllo qualità del prodotto e periti elettrici e elettromeccanici.
LA PROMOZIONE
Attualmente sono 380 i lavoratori della Carraro: «Non sarebbe male se qualche nostro dipendente promuovesse la nostra azienda, se si facessero intervistare dice la responsabile Relazioni esterne -. È incredibile che non si riesca a trovare nessuno. Siamo un'azienda sana, capitalizzata, sicura, con mensa e servizi per i dipendenti. Com'è possibile che non ci siano persone interessate a far parte del nostro gruppo?». Niente da fare nemmeno con i lavoratori stranieri: «Dalle agenzie continuano a dirci che non hanno a disposizione le figure che cerchiamo. Forse i giovani di oggi vogliono fare tutti o il medico o l'avvocato, ma non credo che riusciranno a trovare pane per i loro denti nell'Italia in cui viviamo. Non sarebbe meglio si concentrassero su ruoli lavorativi in grado di dare una posizione sicura da un punto di vista contrattuale? Si parla costantemente di disoccupazione giovanile, ma la verità è che il lavoro c'è: peccato che la società, e forse il mondo accademico, siano scollegati dall'industria manifatturiera, tanto che i giovani preferiscono diventare avvocati facendo anni di tirocinio sottopagati, piuttosto di lavorare in una fabbrica dove percepirebbero uno stipendio vero».
PORTE APERTE
Il prossimo 16 dicembre le porte della Carraro saranno aperte per tutta la mattinata, e l'azienda metterà a disposizione un team specializzato che avrà il compito di raccogliere le candidature e creare un primo contatto con la realtà aziendale. «Cerchiamo giovani che siano allenati ad utilizzare l'interconnettività dice Liliana Carraro -. I giovani di cui tutti parlano: quelli che dovrebbero avere dimestichezza con le nuove tecnologie». Nel frattempo, l'azienda ha deciso di affiggere le locandine dell'evento in tutti gli atenei di Padovano e di altre province venete: «Cerchiamo queste figure professionali ormai da sette mesi. Solo qualcuno ha risposto positivamente al nostro appello, ma si tratta di una minima parte rispetto alle nostre esigenze. Abbiamo urgenza di trovare personale che sia in grado di utilizzare i macchinari ad alto contenuto tecnologico che abbiamo acquistato».
Eva Franceschini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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