"Schiavi" nei campi, azienda sequestrata

Giovedì 23 Aprile 2015
Scoperta, nelle campagne di Correzzola in provincia di Padova, una azienda agricola di "schiavi". Trentacinque indiani clandestini sono stati sfruttati, a tre euro all'ora, dal 2013 al 2014 per coltivare, raccogliere e confezionare radicchio, zucchine e cavolfiori. I due "baba", in lingua hindi capi, sono i due fratelli Federico e Mattia "Faverato" titolari dell'omonima ditta. I due sono stati indagati per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e occupazione illegale di lavoratori immigrati clandestini. Martedì all'alba i carabinieri hanno posto sotto sequestrato preventivo la loro azienda. Hanno chiuso cinque capannoni e bloccato macchine agricole per un valore complessivo di 3 milioni di euro.
I due fratelli, ieri pomeriggio nello studio del loro legale, si sono così difesi: «Gli indiani lavoravano per un loro connazionale che ha i campi vicino ai nostri. Siamo innocenti. I nostri dipendenti sono tutti in regola». Ma secondo l'accusa non è così, anche perchè i due fratelli costringevano gli indiani a dormire in strutture di loro proprietà fatiscenti e sporche, chiedendo ai clandestini di pagare d'affitto 250 euro al mese a testa. E poi, sempre secondo l'accusa, i due fratelli avevano uno stretto rapporto con un indiano che si faceva pagare dai suoi connazionali fino a 8.500 euro per farli arrivare in Italia dall'India e poi sfruttarli come braccianti. L'operazione dell'Arma non è ancora conclusa e le indagini proseguono.
«Questa azienda agricola - ha commentato il comandante del Provinciale colonnello Fabiano Salticchioli - ha alterato le regole del libero mercato. Averla bloccata è stato un atto di difesa per la libertà d'impresa e per tutti i lavoratori clandestini sfruttati».
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