«Non tutte le reti possono essere interrate»

Domenica 15 Luglio 2018
«Non tutte le reti possono essere interrate»
RETI ELETTRICHE
BELLUNO «Interrare si può, ma solo in certe condizioni». Ecco perché la razionalizzazione delle reti elettriche nel Bellunese porta sia linee aeree che elettrodotti sotto terra. Perché dipende dalle condizioni. Parola di Terna. L'azienda nazionale che gestisce le reti di trasporto energetico spiega il proprio modo di agire sul territorio. E risponde alle domande arrivate per via indiretta dall'associazione Vivaio Dolomiti (da sempre attenta al progetto di razionalizzazione che Terna sta portando avanti nella media valle del Piave). Vivaio era presente venerdì mattina alla presentazione del Progetto Belluno, illustrato dai vertici nazionali di E-Distribuzione. Si tratta del piano portato avanti a seguito dei grandi black-out dell'inverno 2013-2014, con l'obiettivo di rinforzare e migliorare il servizio elettrico di distribuzione. Un investimento da 27 milioni di euro che prevede numerose linee interrate. Eccolo qui il punto: durante la presentazione, il presidente di Vivaio Dolomiti ha buttato là la domanda: «Perché Terna non impara da E-Distribuzione? Perché Terna non interra?». «Non è vero che Terna non interra. Quando le condizioni lo consentono, Terna interra, tant'è vero che è il primo operatore in Europa per quantità i linee a 380 kV interrate - risponde il responsabile autorizzazioni e concertazioni di Terna, Adel Motawi -. Il nostro approccio è volto alla sostenibilità ambientale e contemporaneamente a garantire la sicurezza del sistema elettrico».
Eppure viene ravvisata una differenza di approccio rispetto a E-Distribuzione e al gruppo Enel...
«La differenza è solo a livello di reti, non di approccio. Terna ha il ruolo di direttore d'orchestra nel sistema elettrico, che se paragonato alla viabilità, è fatto di autostrade, di statali, di strade comunali e di stradine ancora più piccole. Le autostrade e le statali sono quelle che trasportano l'energia dal produttore al distributore. Le strade comunali e le strade più piccole sono quelle della distribuzione. In pratica è come avere una Ferrari e una bici da corsa: che che puoi fare con la bicicletta non sempre riesci a farlo con la Ferrari».
Sta dicendo che l'interramento di una linea di distribuzione è più semplice?
«Dico che non tutto può essere interrato. E non sempre si può interrare. Bisogna tener conto degli equilibri, dei benefici, e dei costi».
Nel caso del Bellunese, progetto Rtn Media Valle del Piave, perché non si può interrare?
«Nel caso del Bellunese ci sono diversi interramenti, in realtà. La razionalizzazione prevede 20 chilometri in meno di linee aeree, 115 sostegni in meno, 60 ettari liberati e 12 chilometri di linee 132 e 220 kV interrate. A Polpet interriamo una linea a 220 kV mentre l'altra la lasciamo in aereo. È questa una delle contestazioni che ci vengono mosse».
Appunto...
«La spiegazione è che non si possono interrare entrambe. Paradossalmente una linea interrata è più soggetta a guasti, perché è formata da pezzi collegati con giunti. Per garantire la sicurezza e l'affidabilità del sistema elettrico, dobbiamo per forza lasciare una linea aerea. Ma interriamo quella che attualmente passa nel centro abitato. Il nostro approccio è volto alla sostenibilità fin dalle progettazioni: difatti per l'opera su Cortina e Auronzo abbiamo creato degli open day per coinvolgere non solo gli amministratori locali, ma anche i cittadini. Sulle razionalizzazioni, togliamo sempre linee vecchie e obsolete. E puntiamo sull'innovazione; il progetto Smart Tower serve a dotare i sostegni di sensori che possono monitorare l'ambiente».
Damiano Tormen
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