«Non ripianteremo tutte le piante»

Mercoledì 21 Agosto 2019
L'ASSESSORE REGIONALE
«Ogni strada è da percorrere, anche il tentativo con la dinamite è da praticare. Vedremo i risultati: di sicuro le ceppaie sono un problema».
L'assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin, non si limita però al giudizio sul tentativo in corso, su quel che succederà dopo l'esplosione del 4 settembre quando bisognerà valutare se la dinamite per distruggere le radici degli alberi sradicati possa essere o meno una soluzione.
Bottacin parla anche del futuro dei boschi bellunesi dopo Vaia e parte proprio da una riflessione del professor Raffale Cavalli (quello che con Danilo Coppe tenterà la via di far esplodere le ceppaie), per spiegare che l'orientamento della Regione è quello di non ripiantare tutti gli alberi che Vaia ha sradicato. «I numeri dicono che quel che è successo a Ottobre ha solo riportato indietro il calendario di qualche anno. Se si guarda al saldo nazionale i boschi avanzano in modo inesorabile. Cinquant'anni fa molte delle aree in cui centinaia di alberi sono stati abbattuti dal maltempo c'erano prati e pascoli. La nostra idea, supportata dai numeri degli esperti che dicono che ogni anno il bosco avanza di 20 milioni di metri cubi, è di usare questa disgrazia per ripristinarli. Va anche sfatato un altro mito. Si dice spesso che gli alberi servano a evitare gli smottamenti ma l'esperienza insegna che non è sempre così. Anzi in alcuni casi, con gli alberi che hanno poche radici succede l'opposto creano del carico che spinge giù il terreno. Insomma, è necessario valutare con attenzione, senza affidarsi ai preconcetti».
L'altro fronte, delle montagne bellunesi dopo l'emergenza Vaia, riguarda chiaramente la biodiversità.
«Non pianteremo ovunque degli abeti che sono molto fragili e resistono poco al vento e alla neve ma punteremo anche su altre specie, l'obiettivo è quello di diversificare».
A.Zam.
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