LO SCONTRO
BELLUNO «Da donna del Comelico dico che nessuno ruberà la

Sabato 20 Aprile 2019
LO SCONTRO BELLUNO «Da donna del Comelico dico che nessuno ruberà la
LO SCONTRO
BELLUNO «Da donna del Comelico dico che nessuno ruberà la dignità di questa terra. Siamo pronti ad andare anche a Roma». Lorraine Berton, presidente di Confindustria Dolomiti, dopo la recente mobilitazione in favore del prolungamento della A27, accende i riflettori anche sulla bocciatura ambientale del collegamento sciistico Comelico-Pusteria schierando la categoria nel plotone di quanti sono ormai pronti a ribellarsi alle logiche di soppressione di tutti qui progetti di sviluppo del Bellunese in nome della «tutela della montagna».
NUOVI VETI IN ARRIVO
La protesta ha messo il turbo dopo il recente annuncio di nuovi vincoli da parte del Ministero dei beni ambientali e culturali all'area Comelico e Auronzo. La Berton annuncia di voler coinvolgere Confindustria nazionale e quella di Bolzano, perché la nuova mortificazione non debba passare.
Insorge anche l'europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann (Svp) che parla di «situazione ridicola», caldeggiando una soluzione urgente per dare autonomia a Belluno. Nuovamente in corsa per le europee di maggio nel collegio che comprende anche Belluno, Dorfmann spiega: «Trovo gravissimo che il destino di un'opera venga deciso a centinaia di chilometri dal territorio che lo vuole ospitare, è ridicolo che si ostacoli un progetto da 40 milioni di euro già finanziato».
FUTURO NEGATO
La Berton dice basta a vincoli assurdi che impediscono ad un territorio di vivere e crescere. I primi tutori della montagna sono proprio i montanari, ma bisogna dar loro la possibilità di restare.
«Sono i comeliani i primi difensori della loro montagna - afferma una Berton furente -. Confindustria Belluno sta con i cittadini e i sindaci della zona, con gli operatori economici e con le Istituzioni locali. Qui si sta giocando con il futuro di un'intera comunità. Anche gli industriali bellunesi sono pronti alla mobilitazione».
Inaccettabile, per Confindustria perdere «forse l'ultima occasione di rilancio del territorio di fronte a risorse pubbliche e private già disponibili. Come operatori economici non lo possiamo accettare. Per questo voglio coinvolgere tutti i livelli di Confindustria. È importante creare alleanze e fare massa critica, anche tra le diverse sigle del territorio, come fatto nei giorni scorsi in occasione della lettera consegnata a Zaia sullo sbocco a nord e l'esigenza di infrastrutture sostenibili ed efficienti. Stavolta dobbiamo farci sentire a Roma».
BASTA DIKTAT ESTERNI
La situazione viene definita paradossale, specie di fronte ad un territorio che ha dovuto e saputo convertire l'economia manifatturiera a quella turistica, ma per competere servono infrastrutture e il collegamento sciistico con la Pusteria è strategico. Lo sostengono a spada tratta anche i maestri di sci di tutto il Veneto.
«Non accetto lezioni o diktat da chi non ha mai vissuto un giorno in montagna - prosegue la Berton -, non ci sto a chi parla di montagna senza mai averla vissuta sulla propria pelle, se non da turista o cercatore di funghi nei momenti di relax. Questi signori non hanno il diritto di dirci cosa dobbiamo fare. Sono una donna del Comelico: mia nonna era una commerciante di Candide e macinava a piedi decine di chilometri al giorno con un sacco in spalla spingendosi fino alla pianura pur di portare avanti la famiglia. I tempi sono cambiati ma la dignità del Comelico è la stessa. Nessuno ce la toglierà. Come Confindustria non staremo a guardare».
TERRITORIO INASCOLTATO
Il collegamento con la Pusteria mettere il Comelico al centro di un grande carosello che Dorfmann spinge fino alla possibilità di agganciare l'Austria.
«Le decisione che riguardano il territorio - prosegue l'europarlamentare - devono essere prese sul e dal territorio. Non è accettabile che le decisioni di Roma blocchino lo sviluppo del Comelico e del Bellunese, all'insaputa degli stessi sindaci, contro la volontà delle realtà locali. È chiaro che qualcosa non va. Per questo Belluno ha la necessità di un'autonomia vera, da realizzare al più presto».
Lauredana Marsiglia
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