«La casa? Deve generare benessere»

domenica 1 marzo 2020
«La casa? Deve generare benessere»
IL PROGETTO
BELLUNO Stare a casa fa bene. E il coronavirus non c'entra nulla. A spiegare come un salotto, una camera da letto o un ingresso possano far bene alla salute di chi li abita provvede Furio Barzon, architetto, fondatore della Green Prefab e figlio di Sergio, titolare della Costruzioni Barzon. Proprio lui, Furio, da anni ha messo gli occhi, e soprattutto il cervello, sul futuro verde del costruire. Sul come si possa mettere in piedi una casa che respiri con chi la vive. Quindi, tra un giro del mondo e l'altro, ha convinto papà Sergio prima, e il colosso Bio-House di Trevignano poi, di provarci anche a Belluno. Provare a proporre e costruire case bio. «Fino a qualche tempo fa bio significava costruire in legno, il materiale naturale per eccellenza; costruire con materiali non aggressivi per la salute, come possono essere quelli con componenti chimiche. Ora il paradigma è cambiato: una casa non deve non fare male, una casa può, e deve, fare bene. Questo è ciò a cui punta per esempio la certificazione Living Building Challenge: costruire immobili che facciano bene, ad esempio generando più energia di quella che consumano».
Un bene indiretto, per chi vive una casa...
«Far bene è anche garantire una qualità dell'aria ottimale. Una bio-house è un edificio perfettamente sigillabile che filtra l'aria esterna e la fa circolare, depurata, all'interno. Una bio-house, il cui elemento principe è il legno, è una casa che profuma; mio padre dice che sono case che generano emozioni positive, legate al dove si vive».
Ovviamente la concentrazione sui materiali è primaria. «Se pensiamo all'isolamento, concetto fondamentale per un buon rendimento energetico, in questo tipo di costruzioni non esistono polistiroli o poliuretani, bensì fibra di legno o sughero. Una casa bio è un edificio inserito con coscienza in un ecosistema naturale, con il quale collabora. È una casa che consuma e inquina meno, con zero emissioni Co2. È una casa in cui le bollette sono più basse perché la richiesta energetica è abbattuta del 70%. E il 30% restante, quello necessario, viene prodotto con energia solare, eolica o geotermica. Ancora, una casa bio è una casa ad alto contenuto domotico, con sistemi che permettono di controllare energia, sicurezza e funzionamento da remoto, con lo smartphone».
Insomma una casa del futuro, che in realtà somiglia molto al presente.
«Per hotel, studentati o grandi edifici ad uso abitativo è già il presente. Per quanto riguarda il singolo che vuole costruire casa è un mercato in continua crescita, con un +3% annuo circa. In Italia ad oggi la bioedilizia si è guadagnata più o meno il 15% del mercato, di cui l'80% è pre-fabbricato».
Quindi la casa te la costruiscono in fabbrica?
«Esatto, che un tempo sembrava sinonimo di bassa qualità, ma è l'opposto. Pre-fabbricare significa risparmio energetico, tempi di esecuzione rapidissimi e servizi chiavi in mano. Significa zero imprevisti, non più 200 artigiani e 20 imprese coinvolte, ma un unica realtà che ti segue dall'ideazione alla realizzazione. Significa controllo della qualità a monte».
Tempi rapidi, cosa signfica? «Si passa dai 16 mesi di una casa normale alle 16 settimane di una casa-bio. Da quando decidi di volerla a quando ci metti piede passano 4 mesi. E oggi possiamo parlare anche di un 15% di costi in meno, basti pensare alla velocità della fase di cantiere, che nell'edilizia è la più dispendiosa».
La casa va montata come un Lego?
«Esatto, arrivano le pareti con già gli impianti e gli infissi montati. In alcuni casi, grazie al modular building, arrivano addirittura già le stanze finite, box da assemblare. In questo caso la casa viene costruita in una settimana».
E tutto questo nel bellunese funziona?
«Il bellunese ha una bella tradizione del legno, ancora inespressa. Noi vogliamo provarci e ci stiamo riuscendo, grazie all'appoggio alla Bio-House di Trevignano, un'azienda da 13 milioni di fatturato annuo, con 5/6 case costruite al mese nel nord-Italia. Ad oggi nel bellunese ne sono state costruite sette dal Nevegal a Feltre, da Farra d'Alpago a Mel, da Sospirolo a Cesiomaggiore, dove ce ne sono due. La gente vuole case nuove, moderne. E che facciano bene».
Alessandro De Bon
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