Il Pd sostiene l'elettività delle Province e il Bard ironizza: «Un cambio di rotta»

Martedì 19 Novembre 2019
AUTONOMIA
BELLUNO «Ho controllato l'elenco dei nostri tesserati, ma non ho trovato il suo nome: vuol dire che avrò il piacere di consegnare personalmente alla segretaria del Partito Democratico bellunese la sua tessera del nostro movimento. Non trovo altra spiegazione alle sue dichiarazioni dopo l'incontro con il ministro Boccia». Ironia mista al compiacimento, quella di Andrea Bona, presidente del Bard, alle dichiarazioni di Monica Lotto dopo avere incontrato, sabato, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie. «La segretari ha ben studiato il documento che anche lei ha firmato ormai quattro anni e mezzo fa - puntualizza Bona - : visto che lo ha illustrato al ministro, poteva almeno invitarci. Solo un filo-Bard, e non certo un rappresentante del Pd, poteva dichiarare pubblicamente che abbiamo chiesto di rinnovare l'impegno per riportare l'elettività del consiglio provinciale. Siamo felici che il Partito Democratico, tornato al governo, abbia finalmente cambiato idea sulle province, dopo averle indebolite e azzerate: attendiamo però di incontrare il Ministro per poter mettere a fuoco alcuni punti».
In particolare, il presidente del movimento sottolinea che «continuando a spostare la partita dal piano nazionale a quello regionale, insistendo sull'attuazione della legge 25, non si arriverà ad alcun risultato. Le battaglie sono due: da un lato, quella a Roma, per il ripristino dell'elettività e delle risorse tagliate agli enti pubblici negli ultimi anni; dall'altra, quella a Venezia, legata al referendum provinciale e regionale dell'ottobre 2017 e alla legge 25. Lo scaricabarile è il modo perfetto per evitare che cambi qualcosa».
Bona conclude con una serie di accuse rivolte ai Dem: «Vogliamo capire quale scenario del Bellunese gli è stato rappresentato dal Pd locale, un partito che fino a cinque anni fa ha sostenuto la Legge Delrio, che ha distrutto la Provincia, e oggi chiede il ritorno all'elettività; di un partito che ha bloccato tutti i referendum comunali per il passaggio in Trentino Alto Adige e da anni, salvo una breve parentesi con lo scorso governo, è al comando dei Fondi dei Comuni Confinanti, frutto proprio della lotta referendaria. Noi siamo sempre rimasti coerenti e al di sopra dei banali sgarbi partitici; a Roma porteremo le reali esigenze del nostro territorio, quelle che abbiamo sempre segnalato come priorità: autonomia, competenze e risorse».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci