Guerra a topi e zanzare: Ulss in prima linea

Venerdì 20 Agosto 2021
Guerra a topi e zanzare: Ulss in prima linea
LA CAMPAGNA
BELLUNO Ovitrappole per monitorare la presenza di zanzare non autoctone e scatolette con esche per catturare i topi. L'Ulss 1 Dolomiti punta alla prevenzione. Due le situazioni prese in esame: le zanzare che pungono di giorno, cioè la tigre, la coreana e la giapponese con l'analisi, sull'intero territorio provinciale, delle uova depositate e quella che quella che riguarda Belluno città e il controllo di ratti.
ZONA OSPEDALE
Lungo la pista ciclabile che unisce via San Lorenzo a via Concetto Marchesi sono comparse, da qualche giorno, delle scatole grige legate agli alberi. «Abbiamo ricevuto una segnalazione a proposito di possibile presenza di topi nell'area, bene che i cittadini avvisino è la premessa di Marco Dal Pont, responsabile delle professioni sanitarie del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 1 Dolomiti, che aggiunge - i disinfestatori hanno posizionato i contenitori con le esche, in modalità assolutamente protetta nei confronti di animali domestici e animali selvatici». La scatola porta una etichetta che indica chi fa e perché lo fa, il nome del prodotto (difenacoum) e il suo antidoto (vitamina K). Le esche danno la possibilità al topo di entrare come fosse una tana. E di uscire per andare a morire distanti, dopo alcuni giorni.
IL PERICOLO
Il punto di partenza è che i topi rappresentano una popolazione diffusa dovunque sulla terra: certo è che l'attenzione si alza se, come in questo caso, i roditori si fanno vedere nella zona adiacente all'ospedale San Martino, ovvero sulla frequentatissima pista ciclabile. Tant'è che il monitoraggio ci sta tutto. «I ratti, dal punto di vista sanitario, possono creare problemi. Ecco che gli operatori tecnici dell'Ulss controlleranno, ogni 7-10 giorni, che le esche siano state mangiate, reintegrandole», sottolinea Dal Pont. Come ricordato dal tecnico i ratti sono animali intelligenti e se uno di loro ingerisce un alimento e muore, gli altri riescono a memorizzare che quel cibo non va bene. «Per questo -dice - l'esca agisce dopo qualche giorno dopo l'ingestione».
LE ZANZARE
È entrata nel vivo in questa calda estate anche la lotta alle zanzare. L'Ulss 1 Dolomiti di consigli ne ha già dati su come muoversi per evitare la proliferazione dei ditteri, specialmente rivolti a chi vive in case con giardino. Per saperne di più sulle specie non autoctone, farne la conta e studiarne la popolazione, si serve della ovitrappole. Sono state dislocate in vari Comuni della provincia. Si tratta di bussolotti di color nero. «I cittadini che vedono queste ovitrappole sappiano che non hanno esche, sono assolutamente innocue - è la precisazione di Marco Dal Pont ci servono per la mappatura». La trappola è data da un contenitore che ha un piccolo foro e contiene acqua, più una stecchetta di legno: «A differenza delle zanzare che pungono di giorno, questi tipi di zanzare non autoctone depongono all'asciutto, ma in prossimità dell'acqua». A risultare interessanti, scientificamente parlando, sono proprio queste stecchette che, raccolte a Belluno cariche di uova, vanno dritte dritte all'Istituto zooprofilattico di Legnaro (Padova) per le dovute analisi.
Daniela De Donà
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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