Fece a pezzi un capretto e finì nei guai per 2 coltelli

Giovedì 16 Maggio 2019
L'INTERROGATORIO
BELLUNO «Ho aiutato un'amica, malata, che non poteva fare da sola». Così ieri mattina si è giustificato il nigeriano 32enne, migrante ospite in una struttura di accoglienza, che il 25 marzo scorso era stato fermato a spasso per Cavarzano con in mano un coltello da macellaio e una mannaia. Ieri mattina il profugo è andato di fronte alla polizia di Stato, in questura, accompagnato dal suo avvocato di fiducia, Raffaele Addamiano a rendere interrogatorio. Gli agenti erano stati delegati dal pm Simone Marcon, che è titolare dell'indagine per porto di oggetti atti a offendere.
Il nigeriano venne fermato quel giorno di marzo, nei pressi di Cavarzano e aveva, avvolto nella carta di un giornale, il coltello da macellaio di 31 centimetri e una mannaia da 34. «Ho appena aiutato un'amica a fare a pezzi un capretto», aveva spiegato ai poliziotti che accertarono la veridicità di quanto detto trovando la carne in casa della donna. L'uomo era andato, con un amico, a casa della connazionale, che era temporaneamente impedita all'utilizzo di entrambe le mani, a causa di una malattia. Si era offerto ad aiutarla, ma è finito nei guai. I due oggetti atti a offendere vennero sequestrati e ieri su delega dell'autorità giudiziaria, c'è stato l'interrogatorio. La linea difensiva sostenuta dall'avvocato Addamiano, è quella il giovane si è prestato a fare un favore e portava, in pieno giorno, in giro quei coltelli, per quel motivo.
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