È già boom dello sci di fondo

Domenica 20 Dicembre 2020
È già boom dello sci di fondo
FALCADE
Cento e dieci abbonamenti già venduti in pochi giorni dall'apertura del Centro fondo Pietro Scola di Falcade. Un record per l'impianto sportivo invernale: nemmeno nelle migliori stagioni si arrivava a quel numero in così breve tempo. Un incremento che secondo gli esperti del settore è dovuto in particolare allo stop dello sci alpino, che ha visto riversarsi sulle piste di sci nordico parte degli appassionati e una buona fetta di neofiti che in assenza di alternative per trascorrere la giornata sulla neve si sono cimentati nella pratica di questo sport. La scuola di sci nordico ha lavorato molto bene in questi ultimi fine settimana.
LA STAGIONE
«Un inizio stagione con i fiocchi, è proprio il caso di dire», commenta Matteo Cagnati presidente dello Sci club Val Biois, sodalizio che ha anni gestisce con successo il Centro fondo Pietro Scola di Falcade. «Non ci aspettavamo un inizio di stagione così importante- spiega il presidente Cagnati- considerato che tanti abbonamenti così si era soliti riuscire ad emetterli solo verso la metà o la fine di gennaio. Purtroppo non abbiamo potuto aprire totalmente le varie piste in quanto una parte era soggetta a rischio valanghe: quelle aperte comunque sono bastate a soddisfare le esigenze di coloro che si sono dedicati allo sci fondo».
GLI ABBONAMENTI
I prezzi del Centro fondo di Falcade sono i seguenti: Giornaliero adulti 8 euro; notturno Adulti 5 euro, notturno più noleggio 13 euro, noleggio sci più entrata una giornata 16 euro, noleggio sci più entrata fino a 16 anni 9 euro, noleggio ciaspe 7 euro, stagionale locale 80 euro, settimanale locale 30 euro. Poi c'è uno speciale scuole con noleggio più giornaliero 8 euro e uno speciale gruppi fino ad un massimo di trenta persone giornaliero 5 euro.
FUTURO INCERTO
Certo con le restrizioni che si fanno sempre più dure, anche questo ottimo inizio di stagione per le piste da fondo di Falcade rischiano di rimanere ancorate ad un solo ottimo inizio, e perdere gli incassi delle vacanze di Natale per queste piste significa perdere una parte importante del proprio bilancio finale. «Siamo in attesa di quello che potrà succedere da qui in avanti- spiega Matteo Cagnati- se ci fosse una chiusura generale è chiaro che anche la gestione stagionale risentirebbe non poco e rischierebbe di essere compromessa».
Dario Fontanive
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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