ARSIÈ
Jessica Valentina Faoro la 19enne uccisa martedì a coltellate in via Brioschi a Milano ha origini arsedesi. In paese nè lei nè il padre Stefano, conducente della Linea 2 della metropolitana meneghina però non si sono mai visti. La famiglia di Jessica Valentina, con un figlio dato in adozione, ha chiare origini feltrine visto che la nonna paterna, Luigiana Faoro, anche lei ragazza madre, era nata ad Arsiè nel 1949. La donna che nel capoluogo lombardo è arrivata al seguito del padre Angelo (bisnonno di Jessica) e della madre Michelina negli anni Sessanta, è venuta alla luce in una casa di via Roma sulle rive del Corlo, in un appartamento che un tempo apparteneva alla locale Cooperativa di consumo. Un negozio quello a suo tempo gestito dalla cooperativa e che ora ha cambiato proprietà e ospita un panificio. Un delitto efferato quello avvenuto nell'appartamento di via Brioschi a Milano per mano del tranviere 39enne Alessandro Garlaschi che ha lasciato il segno nel Feltrino. L'origine del ceppo dei Faoro è, infatti, esclusivamente feltrina. Chi porta questo cognome vive o ad Arsiè oppure sull'altopiano di Lamon. Due comuni colpiti duramente negli anni nel Novecento dal fenomeno dell'emigrazione che portò anche i Faoro a prendere la classica valigia in mano per cercare fuori dal Veneto maggior fortuna. Una necessità che spinse molti verso Milano e l'hinterland meneghino. Nell'elenco telefonico della città lombarda tanti numeri sono, infatti, intestati ai Faoro.
LE ORIGINI
Nonna Luigiana è nata nell'appartamento arsedese grazie all'aiuto dell'ostetrica locale Maria Meneghini. Angelo il bisnonno della ragazza assassinata dal 39enne Alessandro Garlaschi, ad Arsiè era un calzolaio, professione che ha permesso all'artigiano feltrino di approdare negli anni Cinquanta a Milano portando nella metropoli meneghina prima la figlia maggiore e poi Luigiana e la moglie Michelina. La consorte era originaria della frazione arsedese di Rivai in località Soras. Luigiana in paese ha frequentato le scuole elementari del centro e una parte delle medie. Poi l'emigrazione in Lombardia nei primi anni Sessanta dove è nato Stefano al quale la donna ha dato il suo cognome perchè ragazza madre come poi la nipote Jessica Valentina. A Milano la famiglia Faoro viveva in una classica casa di ringhiera dove il capostipite Angelo, nato nel 1906, aveva il laboratorio di ciabattino, un'attività molto conosciuta tra chi abitava nei quartieri circostanti. In Lombardia sono emigrati negli anni Sessanta anche altri parenti tra i quali Tiziana Faoro figlia di uno dei fratelli di Angelo.
IN LOMBARDIA
La donna è una figura nota tra i bellunesi di Milano visto che è un'attiva collaboratrice della Famiglia bellunese locale (Associazione ex emigranti) e più volte ha fatto ritorno nel paese natale. Tiziana come Angelo, Luigiana, Stefano e Jessica Valentina appartengono alla famiglia Faoro del ceppo dei Gnolè uno dei gruppi storici dei Faoro. La ragazza uccisa mercoledì dal tranviere Garlaschi come il padre Stefano conducente di metropolitana nel Feltrino però non si sono mai visti. La nonna paterna nei primi anni ha fatto capolino nel Feltrino solo in qualche occasione poi mai più.
IL RICORDO
In pochi in paese conoscono i Faoro. Della famiglia ci sono ricordi lontani. Negli ultimi anni, Tiziana a parte, gli eredi di Angelo e Michelina hanno rallentato i rapporti con Arsiè. A ricordare ancora Angelo e la sua famiglia, è Ruggero Faoro lontano parente del calzolaio che qualche anno fa era andato a trovare i cugini in riva ai Navigli. Ruggero ricorda che i Faoro meneghini abitavano in una classica casa di ringhiera dove c'era anche il laboratorio di ciabattino. Al suo ritorno aveva anche portato a casa qualche attrezzo da lavoro del cugino calzolaio pezzi che ancora oggi tiene gelosamente.
Alessandro Tibolla
Valerio Bertolio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Jessica Valentina Faoro la 19enne uccisa martedì a coltellate in via Brioschi a Milano ha origini arsedesi. In paese nè lei nè il padre Stefano, conducente della Linea 2 della metropolitana meneghina però non si sono mai visti. La famiglia di Jessica Valentina, con un figlio dato in adozione, ha chiare origini feltrine visto che la nonna paterna, Luigiana Faoro, anche lei ragazza madre, era nata ad Arsiè nel 1949. La donna che nel capoluogo lombardo è arrivata al seguito del padre Angelo (bisnonno di Jessica) e della madre Michelina negli anni Sessanta, è venuta alla luce in una casa di via Roma sulle rive del Corlo, in un appartamento che un tempo apparteneva alla locale Cooperativa di consumo. Un negozio quello a suo tempo gestito dalla cooperativa e che ora ha cambiato proprietà e ospita un panificio. Un delitto efferato quello avvenuto nell'appartamento di via Brioschi a Milano per mano del tranviere 39enne Alessandro Garlaschi che ha lasciato il segno nel Feltrino. L'origine del ceppo dei Faoro è, infatti, esclusivamente feltrina. Chi porta questo cognome vive o ad Arsiè oppure sull'altopiano di Lamon. Due comuni colpiti duramente negli anni nel Novecento dal fenomeno dell'emigrazione che portò anche i Faoro a prendere la classica valigia in mano per cercare fuori dal Veneto maggior fortuna. Una necessità che spinse molti verso Milano e l'hinterland meneghino. Nell'elenco telefonico della città lombarda tanti numeri sono, infatti, intestati ai Faoro.
LE ORIGINI
Nonna Luigiana è nata nell'appartamento arsedese grazie all'aiuto dell'ostetrica locale Maria Meneghini. Angelo il bisnonno della ragazza assassinata dal 39enne Alessandro Garlaschi, ad Arsiè era un calzolaio, professione che ha permesso all'artigiano feltrino di approdare negli anni Cinquanta a Milano portando nella metropoli meneghina prima la figlia maggiore e poi Luigiana e la moglie Michelina. La consorte era originaria della frazione arsedese di Rivai in località Soras. Luigiana in paese ha frequentato le scuole elementari del centro e una parte delle medie. Poi l'emigrazione in Lombardia nei primi anni Sessanta dove è nato Stefano al quale la donna ha dato il suo cognome perchè ragazza madre come poi la nipote Jessica Valentina. A Milano la famiglia Faoro viveva in una classica casa di ringhiera dove il capostipite Angelo, nato nel 1906, aveva il laboratorio di ciabattino, un'attività molto conosciuta tra chi abitava nei quartieri circostanti. In Lombardia sono emigrati negli anni Sessanta anche altri parenti tra i quali Tiziana Faoro figlia di uno dei fratelli di Angelo.
IN LOMBARDIA
La donna è una figura nota tra i bellunesi di Milano visto che è un'attiva collaboratrice della Famiglia bellunese locale (Associazione ex emigranti) e più volte ha fatto ritorno nel paese natale. Tiziana come Angelo, Luigiana, Stefano e Jessica Valentina appartengono alla famiglia Faoro del ceppo dei Gnolè uno dei gruppi storici dei Faoro. La ragazza uccisa mercoledì dal tranviere Garlaschi come il padre Stefano conducente di metropolitana nel Feltrino però non si sono mai visti. La nonna paterna nei primi anni ha fatto capolino nel Feltrino solo in qualche occasione poi mai più.
IL RICORDO
In pochi in paese conoscono i Faoro. Della famiglia ci sono ricordi lontani. Negli ultimi anni, Tiziana a parte, gli eredi di Angelo e Michelina hanno rallentato i rapporti con Arsiè. A ricordare ancora Angelo e la sua famiglia, è Ruggero Faoro lontano parente del calzolaio che qualche anno fa era andato a trovare i cugini in riva ai Navigli. Ruggero ricorda che i Faoro meneghini abitavano in una classica casa di ringhiera dove c'era anche il laboratorio di ciabattino. Al suo ritorno aveva anche portato a casa qualche attrezzo da lavoro del cugino calzolaio pezzi che ancora oggi tiene gelosamente.
Alessandro Tibolla
Valerio Bertolio