«Airbag bloccati e dritti contro l'albero»

Venerdì 2 Aprile 2021
«Airbag bloccati e dritti contro l'albero»
L'INCHIESTA
BELLUNO Il consulente tecnico della Procura, l'ingegner Pierluigi Zamuner, ha parlato di «distrazione o colpo di sonno». Non ci sono altre spiegazioni per l'incidente in località La Rossa, a Belluno, che il primo settembre del 2019 sconvolse un'intera provincia. Una Fiat 500 con a bordo 5 ragazzi uscì di strada all'improvviso, centrò un albero a lato della carreggiata e si arenò nel prato. Alla guida del mezzo Mattia Vascellari, di 26 anni, trovato con un tasso alcolico di 0,75 grammi per litro a 7 ore dall'incidente. Il giovane stava portando a casa la sorella Gaia, Cristian Gabriele Palazzolo (il 19enne che morì nell'impatto), Deborah De Col, di 17 anni, che dovette affrontare 28 operazioni e l'amputazione di una gamba, e Tommaso Mitrugno, di 24 anni. Il pubblico ministero Simone Marcon, sulla base della consulenza tecnica, ha chiesto il rinvio a giudizio per Vascellari su cui il gup Scolozzi si esprimerà il 20 aprile. Le ipotesi di reato sono omicidio stradale e lesioni stradali gravi. Ad assistere i familiari di Cristian Palazzolo c'è Giesse Risarcimento Danni.
LA PERIZIA
Quella mattina, erano le 6.50, il gruppetto di amici stava tornando a casa dopo una festa al Mon amour di Belluno. Secondo i calcoli del perito, l'incidente sarebbe avvenuto a una velocità di 75 chilometri orari (il limite su quel tratto è di 70) e non si attivarono gli airbag. «In merito alla loro mancata attivazione ha rilevato l'ingegner Zamuner si evidenzia che il modello di Fiat 500 non permette di estrapolare i dati dalla centralina airbag negli istanti che hanno preceduto l'urto. Pertanto non è stato possibile ricostruire se prima dell'incidente tali dispositivi funzionassero». Si tratta comunque di un software complesso che analizza in modo autonomo i dati di accelerazione-variazione di velocità per decidere quando attivare gli airbag: «Se prima dell'impatto finale l'auto è soggetta ad altre sollecitazioni minori, ad esempio nell'uscita di strada sul ciglio sconnesso (come in questo caso), il software potrebbe decidere di non attivare i dispositivi». Ma perché l'auto è sbandata? Sulla base degli elementi oggettivi e testimoniali non è emerso l'urto con altri veicoli o con ostacoli presenti sulla carreggiata. Inoltre «non sono state rilevate anomalie meccaniche esistenti prima dell'incidente che possano aver innescato la perdita di controllo del mezzo». Anzi, continua il consulente della Procura, «la natura della traccia di scorrimento rilevata sul ciglio è indice di una graduale deviazione a destra del mezzo. Eventuali anomalie meccaniche ad organi direzionali e/o alle ruote (comunque non rilevate) avrebbero comportato scarti più bruschi con rotazioni e marcature più accentuate. Una deviazione così graduale è tipica del colpo di sonno o distrazione».
LA TRAGEDIA
Il gruppetto di amici avevano passato la nottata tra un locale e l'altro. Quindi erano molto stanchi. L'incidente avvenne alle 6.50. Alle 14.30, più di 7 ore dopo, venne riscontrato nel Vascellari un tasso alcolico pari a 0,75 grammi per litro. Si può ipotizzare che al momento dell'incidente il valore fosse molto più alto. Quanto a Cristian Palazzolo, il 19enne che quel mattino perse la vita, si trovava sul sedile posteriore in zona centrale dove non c'era nessuna cintura di sicurezza (il veicolo era omologato per 4 passeggeri). Durante l'incidente fu proiettato in avanti e sbatté contro parabrezza e cruscotto. «Attendiamo fiduciosi l'esito di questo processo anche se purtroppo costringerà i familiari del povero Cristian a rivivere ogni singolo momento - sottolinea Gennaro Pisacane, di Giesse Belluno - Gli esiti delle indagini sono estremamente chiari e non lasciano spazio a dubbi, ora è tempo di dare giustizia a queste famiglie».
Davide Piol
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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