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Vaccini, la Ue in ritardo ostaggio delle aziende L'Italia in crisi fa causa

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Domenica 24 Gennaio 2021
IL RETROSCENA
ROMA L'Unione non fa la forza: l'Europa si è mossa compatta alla ricerca dei vaccini, ma è stata lenta. Ha ottenuto forse prezzi migliori, ora le dosi stanno andando più velocemente a quei paesi che hanno pagato di più, come Israele, Emirati e Sud Africa. E la Ue ha un altro problema: Pfizer e Moderna sono americane, AstraZeneca inglese, non ha un'industria farmaceutica di riferimento, visto che la francese Sanofi ha rinviato a fine 2021 la conclusione della sperimentazione del suo vaccino; la tedesca BioNTech è sì alleata di Pfizer, ma ha più un ruolo di sviluppo scientifico. Questo non aiuta.
EFFETTO BIDEN
La prudenza di Ema nell'autorizzare i vaccini, per quanto comprensibile, ha favorito Paesi più rapidi come il Regno Unito, gli Usa, Israele. Chi prima acquista e usa, prima riceve. C'è di più: anche in America gli ospedali segnalano una penuria di vaccini, ma l'elezione di Biden darà uno stimolo molto forte alla campagna di immunizzazione e questo sarà un richiamo a industrie americane come Pfizer e Moderna. Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato che l'Italia ricorrerà in tribunale sia contro Pfizer sia contro AstraZeneca perché rispettino gli impegni presi. Ma appare difficile che questa mossa possa infastidire i due colossi. Venerdì un aereo cargo, proveniente dall'India, è atterrato a San Paolo, in Brasile. C'erano due milioni di dosi di vaccino di AstraZeneca. Altre sono state inviate in Bhutan, Maldive, Nepal, Myanmar e Bangladesh. Prodotto da un gruppo indiano, Serum Institute, è lo stesso vaccino realizzato dall'Università di Oxford (con la collaborazione dell'italiana Irbm) che commercializza in tutto il mondo la multinazionale anglosvedese AstraZeneca. Altre 100 milioni di dosi sono state già acquistate dal Regno Unito. Resta a guardare l'Unione europea che proprio da questa fonte sperava di attingere per compensare i ritardi delle forniture di Pfizer-BioNTech. Ma sia Pfizer sia AstraZeneca stanno inviando vaccini ovunque, mentre l'Europa resta a guardare e venerdì ha incassato l'ennesimo annuncio ritardo. I vertici di AstraZeneca, che all'inizio avevano assicurato 16 milioni di dosi nel primo trimestre, hanno spiegato: abbiamo problemi nel processo produttivo, da qui un taglio del 60 per cento. Ieri mattina, i dirigenti hanno confermato al ministro Speranza e al commissario Arcuri che invece delle 8 milioni di dosi promesse in un secondo momento in attesa dell'autorizzazione di Ema, ne saranno consegnate solo 3,4. I contratti siglati dalla Commissione europea sembrano facilmente aggirabili.
PERDITE
Chiaro? Pfizer per tre settimane riduce del 20-30 per cento, AstraZeneca, se il vaccino sarà autorizzato il 29 gennaio, ha detto che invierà solo il 40 per cento di quanto promesso. La giustificazione ufficiale porta sempre in Belgio: Pfizer ha spiegato che il rallentamento è stato causato da problemi dello stabilimento di Puurs; AstraZeneca ha raccontato che nel suo centro di produzione belga (gestito da Novasep non lontano da Charleroi) la produzione si è rivelata meno efficace del previsto. E dunque ci saranno tagli. Ieri sera Conte ha scritto su Facebook: «Le Regioni italiane sono costrette a rallentare le nuove somministrazioni per assicurare il richiamo alle persone già vaccinate. Preoccupanti sono le notizie di ieri diffuse da AstraZeneca, il cui vaccino è in attesa di essere presto distribuito anche nell'Unione Europea. Tutto questo è inaccettabile. Il nostro piano vaccinale, approvato dal Parlamento italiano e ratificato anche in Conferenza Stato-Regioni, è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti e sottoscritti dalle aziende farmaceutiche con la Commissione Europea. Questi rallentamenti delle consegne costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all'Italia e agli altri Paesi europei. Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-BioNTech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale».
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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