Positivo all'Hiv infettò 32 donne: 24 anni di carcere all'untore di Roma

Martedì 20 Ottobre 2020
ROMA Sapeva di essere positivo all'Hiv, ma ha deciso volontariamente di infettare una trentina di persone nel corso di incontri sessuali non protetti. Una azione criminale che è costata una condanna a 24 anni a Valentino Talluto, «l'untore di Roma», responsabile del reato di lesioni gravissime ai danni delle sue inconsapevoli vittime. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Assise d'Appello della Capitale al termine del processo-bis disposto dalla Cassazione. Talluto, secondo l'accusa, aveva infettato 32 persone. Per la maggior parte si tratta di ragazze conosciute in chat per incontri e frequentate tacendo loro la sua sieropositività. Nel primo processo d'appello, la condanna gli erano stata scontata a 22 anni con la formula dubitativa, ma il pg Pasquale Fimiani ha puntato l'indice contro l'imputato anche per altri quattro casi di contagio. Talluto sapeva di essere affetto da Hiv e dal marzo 2015 sapeva anche di essere indagato, ma fino al giorno prima del suo arresto, avvenuto il 23 novembre 2015, ha continuato ad avere rapporti non protetti, provocando «danni immensi» con «volontà pianificatrice», come aveva affermato il pg Simonetta Matone nel primo processo d'appello. La pubblica accusa, sia in primo che in secondo grado, aveva insistito per condannare Talluto per epidemia dolosa, accusa caduta già in fase cautelare. Quello all' untore della Capitale è il primo processo del genere svoltosi in Italia.
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