LE VOCI
VENEZIA Dalle imprese alle istituzioni della cultura, dalla Chiesa al

Venerdì 28 Febbraio 2020
LE VOCI VENEZIA Dalle imprese alle istituzioni della cultura, dalla Chiesa al
LE VOCI
VENEZIA Dalle imprese alle istituzioni della cultura, dalla Chiesa al mondo della scuola. Magari non arrivano a chiedere espressamente di non prorogare l'ordinanza, ma sicuramente tutte le categorie coinvolte a vario titolo dalle limitazioni aspettano con ansia l'annuncio che la Regione potrebbe dare nelle prossime ore con il ministero della Salute. Una voce per tutte è quella di Fortunato Ortombina, sovrintendente del teatro La Fenice di Venezia: «Confidiamo che le cose possano tornare alla normalità, il presidente Luca Zaia ha detto apertamente che il decorso del virus non è tale da giustificare una serrata totale, speriamo domani (oggi, ndr.) di avere buone notizie».
PSICOSI E PANICO
Di per sé le aziende produttive, gli esercizi commerciali e le attività ricettive non sono direttamente toccati dai provvedimenti attualmente in vigore. Ma alla sospensione delle manifestazioni, dei campionati, degli spettacoli e delle celebrazioni si sono sommati il blocco delle importazioni dalla Cina, il pregiudizio verso le merci realizzate in Veneto e la paura di andare perfino in pizzeria o in gelateria, generando un tutt'uno di psicosi e panico. «Di questo passo avremo più falliti che contagiati», ammonisce Fabio Bui, presidente della Provincia di Padova. La possibilità di un'attenuazione delle misure regionali viene vista perciò come una prima breccia nel muro del timore immotivato. Osserva a questo proposito Alessandro Conte (Cna): «I veneti non hanno mai avuto paura: dall'acqua granda a Venezia, fino alla tempesta Vaia, le nostre imprese hanno sempre dato prova di sapersi rimboccare le maniche. Ma ogni giorno di stop che passa, mette a rischio la sopravvivenza di un'attività». Perciò l'associazione degli artigiani del Veneto si è unita a quelle di Lombardia ed Emilia Romagna nel lanciare un appello: «No a nuove misure restrittive».
In cambio le ditte sono pronte a fare la loro parte, come assicura Federico Capraro (Confcommercio Treviso): «Le disdette piovono in hotel e ristoranti, il commercio langue, i consumatori sono sempre meno, i centri storici decisamente svuotati per non parlare dei mercati. Ma le imprese non si sottraggono alla responsabilità. Il contrasto del panico e della psicosi passa attraverso la comunicazione adeguata. Fin da subito abbiamo diffuso il decalogo e numeri utili e ora promuoviamo messaggi rassicuranti sulla necessità di non fermare la vita nelle città e nei paesi». Una linea imboccata anche da Roberto Marcato (Lega), l'assessore regionale allo Sviluppo Economico che ha convocato per lunedì il tavolo di concertazione delle categorie economiche, con un video dei suoi, girato mentre pranza in trattoria: «Stemo calmi e ndemo al bar. Non serve abbracciare tutti, è sufficiente lavarsi le mani, mangiare in tranquillità e tornare a casa, senza scatenare un'emergenza economica: ci basta già quella sanitaria, grazie».
ATTESA
La sua collega Elena Donazzan (Fdi) è in costante contatto con le realtà scolastiche: «Tutti in attesa della buona notizia», riferisce. L'istituto comprensivo di Cadoneghe, nel Padovano, si è già preso avanti: il dirigente Giovanni Petrina ha scritto a docenti e studenti che «le attività didattiche riprenderanno regolarmente lunedì 2 marzo», anche se la riammissione dopo assenze per malattia superiori a cinque giorni dovrà avvenire «dietro presentazione di certificato medico».
Musei come l'M9 confidano di poter ripartire già dopodomani, intanto scaldano i motori aderendo alla campagna di visite virtuali #museichiusimuseiaperti. «Vogliamo dare alla città, ai cittadini ed ai turisti un messaggio positivo: M9 e Mestre non si fermano», spiega il direttore Marco Biscione. Al momento la Fondazione Giorgio Cini non sta ospitando mostre, «per cui non abbiamo subìto contraccolpi», ma la prossima dedicata a Venezia e lo studio Glass americano è in calendario dal 23 marzo. «Speriamo che per allora non sia ancora necessario prorogare l'ordinanza di settimana in settimana», dice il segretario generale Pasquale Gagliardi. Riflette Mirko Artuso, anima del Teatro del Pane alle porte di Treviso: «Siamo più preoccupati degli effetti che potrebbe produrre un'epidemia, tutto sommato abbastanza blanda visti i dati ufficiali, piuttosto che degli effetti che l'allarmismo e la paura sta di fatto generando».
Anche alle diocesi non resta che attendere con fiducia il via libera alla ripresa delle funzioni religiose. «Non abbiamo voluto noi disposizioni così restrittive scrive monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova ma vivendole impariamo a sentirci solidali con il nostro territorio e la sua organizzazione civile e sociale di cui vogliamo essere interlocutori responsabili e affidabili».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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