LA RICERCA
VENEZIA L'inglese è circolata in una scuola elementare di Mira,

Venerdì 19 Febbraio 2021
LA RICERCA
VENEZIA L'inglese è circolata in una scuola elementare di Mira, come pure ai Mondiali di sci alpino a Cortina. La brasiliana ha viaggiato fra i territori dell'Ulss 6 Euganea e dell'Ulss 4 Veneto Orientale. La sudafricana invece non si è ancora vista. Sono le varianti di Sars-CoV-2 a cui danno la caccia 20 ricercatori dell'Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie (Izsve), con la collaborazione della rete veneta delle Microbiologie, impegnati mediamente 7-10 giorni per sequenziare il virus impresso su ciascun tampone: una corsa contro il tempo, per stanare il virus che muta a tutta velocità, determinato com'è a sfuggire alle mascherine e ai vaccini.
IL PROGETTO
Grazie al progetto promosso e finanziato dalla Regione, con una delibera approvata ancora a ottobre, fino a questo momento l'Izsve ha sequenziato 519 campioni, identificando in Veneto 17 diversi gruppi genetici. Quattro delle varianti scovate a queste latitudini «destano preoccupazione e sono da monitorare con attenzione», secondo la definizione del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
L'inglese, trovata il 24 dicembre, si caratterizza per una maggiore trasmissibilità ed una possibile maggiore virulenza. «Senza dubbio sottolinea il direttore generale Antonia Ricci è oltre il 50% più contagiosa delle altre. Si stima che sia capace di aumentare l'Rt da 0,4 a 0,7 in più rispetto all'indice di contagio dei ceppi normali: se in un'area il tasso è di 0,8, con l'arrivo della variante inglese può schizzare a 1,5. Quanto alla sua pericolosità, cioè alla capacità di causare una malattia più grave e magari mortale, gli studi sono ancora pochi e quindi per Ecdc la probabilità non è dimostrata. Così come non è dimostrato che i bambini vengano infettati di più».
La brasiliana, riscontrata il 12 febbraio, presenta mutazioni che ne aumentano la trasmissibilità e riducono l'efficacia di neutralizzazione da parte di alcuni anticorpi. «È capace di diffondersi più delle altre rimarca Ricci ma non così tanto come l'inglese. È stato smentito che sia più pericolosa. Piuttosto può in parte sfuggire alla copertura anticorpale, per cui viene ipotizzato che siano necessari una modifica del vaccino o una terza dose».
I CASI
Finora l'indagine coordinata dall'Istituto superiore di sanità, e dedicata alla variante inglese, ha dimostrato che i dati veneti sono in linea con la media nazionale: 17,7% dei campioni analizzati. «Nei prossimi giorni annuncia il dg dell'Izsve verrà lanciata un' altra sorveglianza speciale e vedremo se la prevalenza aumenta oppure no, anche se noi immaginiamo di sì».
Nell'attesa, all'interno dei laboratori di Legnaro continuano i sequenziamenti. La sorveglianza genetica ai Mondiali in Ampezzo ha permesso di accertare la variante inglese in 4 dei 6 campioni analizzati (tutti relativi a italiani, fra cui due veneti), una minima parte della popolazione testata ogni 3-7 giorni, tanto che finora sono stati effettuati ben 20.000 tamponi su 6.365 persone e solo 17 (lo 0,085%) sono risultati positivi e peraltro asintomatici. Stessa mutazione anche per gli 8 prelievi effettuati nella scuola di Malcontenta, mentre il sospetto è risultato infondato per 14 campioni di un'elementare a Portogruaro e per i 12 provenienti da un istituto religioso in provincia di Vicenza. Altri 2 casi di variante inglese sono poi stati scoperti grazie ai controlli su 14 viaggiatori rientrati dall'estero.
La variante brasiliana, riguardante Padovano e Veneziano, ha invece coinvolto 2 pazienti che non hanno segnalato trasferte o relazioni con altri Paesi. «Non sappiamo chi ha contagiato chi riferisce Francesca Russo, direttore regionale della Prevenzione ma dall'indagine epidemiologica che ne è scaturita, sono emersi 6 contatti positivi confermati (di cui 4 fuori regione), che hanno infettato altri 2 soggetti, quindi 8 positivi in totale attorno al caso indice».
LE REGOLE
Di fronte all'aumento delle mutazioni, è stato deciso di modificare le regole di sanità pubblica. «Quando abbiamo la segnalazione di caso sospetto che va a sequenziamento e che risulta essere una variante specifica Russo ampliamo l'indagine epidemiologica classica. Ora non andiamo più a cercare solo i contatti stretti familiari e lavorativi, ma anche tutti quelli a basso rischio che la persona può indicare. Per tutti scatta l'isolamento per 10 giorni, fino al tampone molecolare di fine quarantena, perché dobbiamo assolutamente evitare che il virus più contagioso si estenda ad altri individui. Inoltre questa ricerca non si limita più alle ultime 48 ore, ma va a ritroso nei 14 giorni precedenti».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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