I locali che aggirano i divieti e riaprono dopo la mezzanotte

Domenica 18 Ottobre 2020
IL CASO
ROMA Quando cala la notte, in Italia, sorge il vuoto legislativo. Stanno inevitabilmente facendo discutere i casi di due bar, uno a Bologna e uno a Catanzaro Lido, che venerdì hanno deciso di rialzare le serrande poco dopo averle abbassate a mezzanotte in ottemperanza all'ultimo decreto governativo. Incuneandosi nei non detto del dpcm varato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte il 13 ottobre, i due imprenditori hanno giocato con gli orari e con i diktat di stoppare la movida in ottica anti-contagio.
Il testo infatti, nello stabilire che «le attività di servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite fino alle 24 con consumo al tavolo e sino alle 21 in assenza di consumo al tavolo», non indica affatto gli orari di apertura che invece i titolari delle attività dovrebbero seguire.
Per cui un barista di Catanzaro Lido, dpcm alla mano, venerdì come nella notte appena trascorsa, poco prima che rintoccassero le 24 ha iniziato a cacciare fuori dal suo locale tutti gli avventori, curandosi però di dirgli di aspettare quindici minuti per la riapertura. Si, perché Aldo Manoieri, il titolare del bar, ha rialzato la serranda solo un quarto d'ora dopo la chiusura imposta per legge. «L'orario di apertura sul decreto non c'è» ha spiegato alle forze dell'ordine attirate dall'unico locale aperto di tutta la zona. Una scelta peraltro incontestabile, almeno fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del prossimo dpcm o, con tempismo maggiore, di un'ordinanza regionale ad hoc proprio come successo a Bologna.
IN STAZIONE
Nel capoluogo emiliano infatti, un'iniziativa simile è stata messa in piedi dal Mavit, un bar di fronte alla stazione centrale, ma disinnescata ieri pomeriggio da un'ordinanza regionale. Il locale, di certo non un fulcro della movida bolognese ma un punto di passaggio per i pendolari alla ricerca di un caffè o di un panino, venerdì ha infatti chiuso alle 24 e riaperto all'una, annunciando peraltro i nuovi orari con dei cartelli esposti all'ingresso. « Si può, non facciamo niente di vietato - ha spiegato la titolare alla stampa locale - Nessuna furbata, truffa o irregolarità. La nostra è un'autorizzazione per apertura 24 ore su 24. Abbiamo un avvocato e un commercialista ed entrambi ci hanno confermato che non rischiamo sanzioni».
Tutto vero, proprio come in Calabria, e niente multe per i baristi. Stavolta però Stefano Bonaccini, governatore dell'Emilia-Romagna, ha deciso di intervenire per stroncare sul nascere ogni possibile tentativo di emulazione ed evitare che il comportamento potesse diventare prassi tra i locali felsinei.
Così nell'ordinanza regionale con cui ieri ha recepito nel norme del dpcm governativo, ha inserito alcune precisazioni che rendono fuori legge ogni tentativo di riaprire al pubblico in notturna. «Le attività di somministrazione di alimenti e bevande al pubblico, e quelle di ristorazione - si legge in una nota pubblicata dalla Regione - sono consentite solo dalle 6 del mattino alla mezzanotte con consumo al tavolo. E dalle 6 del mattino fino alle 21 in assenza di consumo al tavolo». Niente da fare quindi, da stanotte le serrande emiliane non possono rialzarsi.
Francesco Malfetano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci