Eredità di Mazzacurati pignorati 1,2 milioni

Martedì 23 Marzo 2021
L'INCHIESTA
VENEZIA Nella migliore delle ipotesi lo Stato riuscirà a recuperare più o meno la metà di quanto gli spetterebbe. Giovanni Mazzacurati, dominus del sistema di tangenti legate al Mose, nel dicembre del 2019 è stato condannato dalla Corte dei Conti del Veneto a pagare 6,9 milioni di euro per danno erariale. L'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova, morto un anno e mezzo fa a 87 anni nella sua villa in California, arriverà a saldare al massimo una cifra di 3,7 milioni tra beni e liquidi.
Il primo passo è arrivato ieri, con la notifica del pignoramento di 1,2 milioni, ordinato dalla procura regionale della Corte dei Conti ed eseguito dalla guardia di finanza di Venezia tra denaro liquido, conti correnti, quote societarie crediti a terzi e quote di pensione. In pratica è stata convertita in pignoramento la parte di sequestro che è andata a buon fine durante l'inchiesta erariale, nel corso della quale le fiamme gialle sono riuscite a congelare tutti i beni rinvenuti nella disponibilità dell'allora presidente del Consorzio Venezia nuova: una parte della liquidazione che non gli era stata versata, pari a circa un milione, e i ratei della pensione che gli spettava. Gli eredi di Mazzacurati, proprio per non correre il rischio di dover rispondere con i propri beni personali, avevano rinunciato all'eredità: per questo motivo, quindi, la Corte dei conti non potrà rivalersi su di loro.
LA VILLA
Restano i beni immobili. Impossibile per l'erario andare ad aggredire la villa americana del suo buen ritiro a San Diego, a La Jolla, di proprietà della moglie. Confiscare un bene di lusso in terra straniera è un'impresa da dimenticare. Molto più fattibile, invece, indirizzare le energie verso un'altra villa, quella di Cortina. Gli inquirenti hanno intrapreso una lunga battaglia per poterla confiscare: secondo gli inquirenti la villa (stimata per un valore di 2,5 milioni) fu acquistata nel 2012 da Giovanni Mazzacurati con i proventi del sistema Mose, seppure intestata alla moglie, Rosangela Taddei, e successivamente rivenduta, nel 2017, a scandalo già scoppiato, ad un noto imprenditore di Arzignano, (per un milione 450 mila euro): ora la procura chiede la revocatoria di tale compravendita sostenendo che fu un modo per sottrarre un bene di valore alle pretese dello Stato. Il contenzioso è tutt'ora in corso di fronte alla Corte dei conti.
GLI ALTRI
«Il pignoramento eseguito dalla guardia di finanza è l'atto conclusivo del procedimento avviato dalla Procura della Corte dei conti per recuperare il danno provocato nell'ambito del cosiddetto scandalo Mose», ha precisato ieri il procuratore Paolo Evangelista.
Mazzacurati però non è certo il solo, tra i protagonisti dello scandalo scoppiato nel 2014 (in parte proprio grazie alle dichiarazioni rese alla procura di Venezia dallo stesso ex presidente del Cvn e dell'ex Ad di Mantovani Piergiorgio Baita) ad essere finito nel mirino della Corte dei Conti. L'ultimo, prima di lui, a subire il sequestro dei beni era stato l'ex deputato del Pdl ed ex consigliere politico dell'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti, Marco Mario Milanese: due anni fa, infatti, la Corte dei conti della Lombardia aveva autorizzato a requisirgli un milione di euro per danno di immagine allo Stato. L'anno prima, invece, sempre per un milione di euro era stato condannato dalla corte lombarda l'ex generale della guardia di finanza Emilio Spaziante (accusato di aver avvertito di controlli e indagini i protagonisti dell'inchiesta). Torniamo in Veneto: in precedenza infatti la Corte regionale aveva condannato a pesanti risarcimenti l'ex governatore Giancarlo Galan (5 milioni e 200 mila euro), l'ex assessore regionale Renato Chisso (4.8 milioni di euro), e l'ex presidente del Magistrato alle acque, Patrizio Cuccioletta (2.4 milioni di euro).
A questi si aggiungono i risarcimenti cristallizzati dalle sentenze dei processi penali: 2,6 milioni per Galan, 2 milioni per Chisso, 750mila per Cuccioletta, 500mila euro a Spaziante e a Marco Mario Milanese e infine 550mila euro per l'ex ministro Altero Matteoli, morto nel dicembre 2017.
Davide Tamiello
Gianluca Amadori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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