Come cambia l'istruzione

Mercoledì 8 Luglio 2020
IL PIANO
VENEZIA «Cassetta degli attrezzi». Carmela Palumbo, tornata in Veneto dopo quasi dieci anni per dirigere l'Ufficio scolastico regionale, la chiama così: non linee guida e neanche direttive, più che altro indicazioni visto che la ripartenza della scuola il prossimo 14 settembre, tra distanziamenti e igienizzazioni, rischia di essere faticosa. Specie se mancheranno, come ormai capita da anni, cattedre e pure bidelli. È così che la Regione del Veneto e l'Ufficio scolastico regionale (quello che una volta era chiamato Provveditorato agli studi) hanno compilato un manuale operativo per la ripartenza dell'anno scolastico, organizzando sette confronti sul territorio, uno per ogni provincia, per raccogliere numeri e criticità. Di sicuro, il piano Regione-Scuola punta ad escludere in via tassativa la didattica a distanza. E così pure sdoppiamenti delle classi. L'idea, se emergeranno classi affollate, ad esempio 25 alunni quando più di 20 non potranno starcene, è di creare degli intergruppi e cioè gruppi di 5 studenti che ogni quattro, cinque settimane escono fisicamente dalla propria classe per partecipare a laboratori, seminari, ricerche. La domanda fuori luogo è: ma se escono dall'aula per partecipare a seminari, perdono le lezioni? Ecco, nell'anno venti del ventunesimo secolo il problema non si pone: «Non si può restare ancorati alla vecchia metodologia, è chiaro che ci sarà un coordinamento tra gli insegnanti», dice Palumbo. Ma come sarà la scuola in tempi di Covid? Cosa devono attendersi i 690mila studenti veneti, compresi i 103 mila delle scuole paritarie, quando il 14 settembre torneranno in classe?
LE INDICAZIONI
Di sicuro non l'improvvisazione. «Il Veneto - ha detto l'assessore regionale all'Istruzione, Elena Donazzan - è la prima regione in Italia ad aver dettagliato indicazioni chiare che consentono ai dirigenti scolastici e agli enti locali di programmare spazi, modalità e organizzazione della didattica in tempo utile per la riapertura a settembre delle scuole di ogni ordine e grado». In attesa dell'annunciato cruscotto ministeriale, che avrebbe dovuto dare indicazioni in materia di spazi, distanziamento, tempo scuola e organizzazione della didattica, la Regione Veneto si è messa così a capofila del tavolo di coordinamento con Ufficio scolastico regionale, Anci (Comuni), Upi (Province), Direzione della prevenzione, Comitato tecnico scientifico regionale e sindacati, per individuare a partire dall'anagrafe regionale dell'edilizia scolastica e dalle mappe degli organici e delle classi - come potranno riaprire le scuole del Veneto, dettagliando nel concreto la regola aurea ma astratta della distanza fisica di un metro da bocca a bocca tra alunni.
GLI SPAZI
Per gli spazi didattici (aule ordinarie, laboratori e aule attrezzate, palestra, mensa, aula magna) la distanza tra i banchi non dovrà essere inferiore ai 60 centimetri, quella ottimale indicata è di 80 centimetri, tra le righe di banchi dovrà esserci almeno un metro. Sulla base di queste regole e delle dimensioni dei banchi il manuale consente di pianificare la capienza massima delle aule, a seconda della loro dimensione. Ad esempio, in un'aula tipo di 55 mq, ci potranno stare dai 20 ai 30 alunni a seconda che i banchi misurino 60x40, 70x50 o 70x70 cm e che le finestre si aprano a scorrimento, a compasso o a bandiera. «Il 74 per cento delle 30 mila aule ordinarie presenti in Veneto hanno una superficie superiore ai 50 metri quadri ha detto la direttrice dell'Ufficio scolastico regionale, Palumbo e la media degli alunni per classe è di circa 20. Le situazioni più critiche si potranno verificare per le prime classe delle secondarie superiori, in particolare nei licei delle città capoluogo, dove le classi contano anche 27 o 28 alunni».
LE CARENZE
Il manuale specifica nel dettaglio anche le regole d'uso di laboratori, palestre e spazi di sosta breve, poco toccati dalle indicazioni ministeriali, nonché l'organizzazione degli spazi non didattici, come mense, sala insegnanti, corridoi, spazi per la ricreazione, uscite, servizi. Saranno le conferenze di servizio provinciali con gli enti locali e le scuole, che si svolgeranno a partire già da oggi, a tradurre le indicazioni nelle singole realtà. L'altro problema riguarda gli organici. «Quest'anno - ha detto Donazzan - abbiamo perso 3 mila diplomati magistrali, licenziati a giugno. E le disposizioni del Dl Scuola per la copertura delle cattedre con le graduatorie ad esaurimento sono talmente macchinose che le assegnazioni stabili al Veneto non arriveranno prima di novembre.
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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