«Anche in altre regioni abbiamo proposto il ricorso»

Mercoledì 6 Settembre 2017
«Anche in altre regioni abbiamo proposto il ricorso»
VENEZIA Renziani, orlandiani, filo-emiliani: evidentemente ci voleva la moratoria sui vaccini, per ricompattare le litigiose truppe dem contro il nemico leghista. A guidare la carica sono i vertici veneti del partito. Il presidente Giovanni Tonella: «Si tratta di un nuovo genere di politica mortifera, un esempio di come l'autonomia può essere usata malissimo». Il segretario Alessandro Bisato: «Il pasticcio veneto dei vaccini mette in luce tutta l'irresponsabilità della giunta regionale». E dai banchi del consiglio, i rappresentanti del Pd vanno all'attacco. Stefano Fracasso: «A differenza di Maroni, che ha scelto la collaborazione istituzionale, Zaia ancora una volta ha preferito lo scontro frontale con il governo, confidando più nei like su Facebook che sulle valutazioni della comunità scientifica». Graziano Azzalin: «Il gioco è sempre lo stesso, forzare la mano per fare notizia e attizzare la propaganda». Alessandra Moretti: «Invito le famiglie ad essere rigorose nel pretendere dalle scuole il rispetto della legge». Appello condiviso da Giovanni Manildo, sindaco di Treviso, che annuncia l'applicazione del testo ministeriale, non ravvisandovi alcuna incongruenza interna: «Invito le famiglie ad attenersi all'obbligo vaccinale».
Sulla stessa lunghezza d'onda si posizionano i parlamentari veneti. Daniela Sbrollini: «Una terribile idea che esporrebbe maggiormente i veneti a gravi rischi sanitari». Alessia Rotta: «Zaia imbocca la strada della demagogia e strizza l'occhio ai no-vax». Federico Ginato: «Se quella messa in campo sui vaccini è l'idea di autonomia di Zaia, i veneti rischiano di cadere dalla padella alla brace». Rosanna Filippin: «L'invito che faccio a Zaia è di porre fine alle beghe politiche». Laura Puppato: «Trovo irresponsabile questo continuo scontro di Zaia e della giunta del Veneto con il governo, che rende insicuro e fragile un intero territorio». Simonetta Rubinato richiama però all'ordine sia Venezia che Roma: «Lo Stato e la Regione sono tenuti alla leale collaborazione, tanto più se si tratta di questioni che hanno a che fare con la salute pubblica. Mi auguro perciò che i ministri competenti e il governatore del Veneto desistano da una sterile prova muscolare a colpi di carte bollate per sedersi attorno ad un tavolo al fine di definire una linea di azione condivisa».
Dopo una giornata di silenzio, il Movimento 5 Stelle annuncia invece il suo sostegno alla mossa di Zaia: «In altre regioni abbiamo proposto e avallato il ricorso contro il decreto. E pensiamo che anche qui in Veneto sia giusto opporsi. Riteniamo, sul versante della moratoria, che ogni atto politico mirato a disinnescare le scelte dissennate del governo vada perseguito per garantire alla popolazione sanità e libertà». Da registrare anche il ritorno sulla scena della veronese Francesca Martini, già sottosegretaria leghista alla Salute nel governo Berlusconi, diventata nel frattempo mamma di un bambino, oggi in età da asilo: «Bene il Veneto, inaccettabili i ricatti dal sapore dittatoriale dei ministri Lorenzin e Fedeli, giusta la proroga».
A.Pe.
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