Marco, il superstite rientra in Italia:
«Sembravamo topi in trappola»

Mercoledì 23 Marzo 2016
Marco, primo a destra, e gli altri due italiani feriti

VERONA - «Sembravamo dei topi in gabbia». Lo ha detto Marco Semenzato l'architetto padovano, uno dei tre italiani rimasti feriti dall'esplosione delle bombe ieri mattina a Bruxelles rientrando questa sera in Italia, raccontando di quei terribili momenti. Semenzato, 34 anni, da 9 mesi lavora come consulente al Dipartimento educazione e cultura della Commissione europea, è atterrato stasera all'aeroporto Catullo di Verona.

«Oggi mi sento meglio, per fortuna sono qua che la racconto» ha detto appena sbarcato.

Poi il ricordo dell'attentato: «Come tutti i giorni stavo andando al lavoro, sono sceso dalla metro, ho fatto due passi per imboccare le scale ed uscire ed è esplosa la bomba. Per fortuna  l'onda d'urto mi ha preso alle spalle e sono stato protetto dallo zainetto. Sono rimasto bruciato al volto e alle mani, meno male in modo non grave». «Avevo sentito degli attentati all'aeroporto di Zaventem. Ad un primo momento ho pensato: 'E' la bomba di un terrorista'. Ma non credevo che potesse capitare a me».
 


«Anche a novembre - ha aggiunto - dopo l'attentato al Bataclan avevano fermato la metro. Perché non l'hanno fatto anche adesso, subito dopo le esplosioni in aeroporto?». Semenzato ha confidato che «dopo il Bataclan per una settimana sono rimasto chiuso in casa e tutti abbiamo fatto la stessa cosa. Ma poi è tornato tutto come prima. Adesso mi riposerò per due settimane e poi vedremo».

Sempre stasera sono atterrati all'aeroporto Catullo  anche i 15 studenti della terza classe della scuola media Dante Alighieri di Cologna Veneta (Verona) che erano in gita a Bruxelles durante gli attentati terroristici. «Se ci chiedete cosa abbiamo provato - ha detto una ragazza - è inevitabile che diciamo paura terrore». «Non ci siamo resi conto subito di quello che è successo - ha spiegato un altro studente - perché ieri, giorno degli attentati, eravamo fuori Bruxelles, siamo andati a visitare Waterloo». «Però - ha aggiunto - quando ci hanno spiegato siamo rimasti molto scossi e colpiti, anche perché abbiamo capito che eravamo passati dalla metro poco prima dell'esplosione delle bombe. Per fortuna non ci è successo niente, ci sentiamo un pò miracolati». E c'è chi confida che per un pò non viaggerà più, perché in preda alla paura; mentre altri sono disposti a fare subito altre gite. Ad accogliere gli studenti, che hanno sventolato in gruppo una bandiera del Veneto, c'erano genitori e parenti.

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Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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