Luca Zaia in diretta oggi: «Vaccinate 23.644 persone (60,8%), per venerdì mattina magazzino esaurito». Fase 2: lettera a casa dei cittadini. Veneto arancione? «Ancora non si sa nulla»

Martedì 5 Gennaio 2021 di Beatrice Mani
Luca Zaia in diretta oggi
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Nuova diretta oggi di Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, per tutti gli aggiornamenti sulla pandemia da Covid e le misure per contrastare la diffusione del virus. Ieri il presidente ha annunciato la nuova ordinanza sulla scuola: gli studenti veneti non torneranno in classe l'11 gennaio, come il resto d'Italia, ma dovranno aspettare fino a primo febbraio. E oggi questa scelta è stata ribadita. Si tratta di una scelta di prudenza, ha spiegato Zaia, data la situazione epidemiologica in atto e il rischio che gli adolescenti, grandi diffusori asintomatici del Covid, siano vettori incontrollabili del virus.

Ospite oggi la dottoressa Francesca Russo, capo del dipartimento di prevenzione della Regione Veneto.

Zaia in diretta oggi

Il bollettino

Tamponi molecolari fatti ad oggi 3milioni e 374mila, test rapidi 1milione e 974mila (5.66% incidenza positivi su tamponi), 3151 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore, 270.097 positivi da inizio pandemia , 94.228 attualmente positivi, 3.457 ricoverati in totale, 3.066 ricoverati in area non critica , 391(-9) ricoverati in terapia intensiva , 175 morti nelle ultime 24 ore. Persone vaccinate ad oggi: 23.644 (60,8%), per venerdì mattina avremo esaurito il magazzino.

Scuola, riapertura rimandata

«Abbiamo confermato la posizione sulla scuola, non è una posizione politica, le indicazioni scientifiche ci dicono di andare in questa direzione, agiamo per prudenza». Questo il commento di Zaia. «Chiediamo un sacrificio per il bene della collettività, i ragazzi non sono il capro espiatorio di questa partita, ma dobbiamo evitare gli assembramenti. Per me chiudere le scuole è un "fallimento", sia bene inteso, la scuola dà formazione e crea i cittadini di domani, è il nostro futuro, bisogna pensare alla scuola in presenza, tuttavia oggi la situazione è questa», ha sottolineato ancora il governatore. «Il Governo ha introdotto la Dad anche nelle zone arancioni, ha allargato di più rispetto alla scuola - ha precisato -. Noi abbiamo voluto chiudere le superiori, fra i quali il professor Palù».

«Abbiamo preparato tutto per aprire le scuole, abbiamo anche organizzato i trasporti, per l'apertura del 7 gennaio. Ma c'è il tema di natura sanitaria che non possiamo ignorare. La Dad è una forma di smart working, no? - ha domandato il governatore -. La palestra, l'impianto di risalita, quelli non si possono mettere in smart working. Per altro i ragazzi in aula i ragazzi sono in un ambiente chiuso e il rischio di contagio c'è. E vedo che molte Regioni stanno operando la stessa scelta». 

«Dopo il 31 gennaio capiremo cosa fare, se tornare in classe oppure prolungare la Dad» - ha assicurato Zaia.

Scuola, positivi in classe
Cosa succede se si ha un positivo?

La Regione Veneto modifica il protocollo per il trattamento dei contagi da Coronavirus nelle scuole elementari e medie. La decisione, illustrata dalla direttrice del servizio di Prevenzione Francesca Russo, è stata presa per l'aumento del 30% circa dei casi secondari, riscontrato in regione da novembre a oggi. Il protocollo prevede ora che in caso di una positività tra gli alunni si chiuda la classe, a partire dalla seconda elementare in su. La decisione viene comunicata dalla scuola, che porrà i bambini in didattica a distanza; al decimo giorno gli alunni verranno sottoposti a tampone molecolare. Se ci sono genitori contrari, il medico di base valuterà se vi sono sintoimi, e in caso di assenza di sintomi il bambino potrà tornare a scuola nel 14/o giorno. Se persistono sintomi il rientro avverrà quando saranno finiti. Il precedente protocollo prevedeva l'isolamento per il caso positivo, l'effettuazione di tamponi a tutta classe e, se non ci fosse stato un secondo caso, i bambini potevano continuare a frequentare la classe ma restando a casa nelle altre ore.

«Abbiamo avuto il 30% di classi dove abbiamo avuto un caso secondario, l'elevata presenza di questi casi ha reso poco sostenibile il lavoro dei dipartimenti di prevenzione nel tamponare i bambini - ha sottolineato la dottoressa Russo -. Adesso abbiamo scelto di modificare il protocollo per evitare la diffusione di casi secondari di contagio: se si ha un soggetto positivo in classe (alunni o insegnanti) la classe viene chiusa a partire dalla seconda elementare. Per adesso è così, valuteremo poi se modificare questo protocollo». «Abbiamo genitori che ci diffidano di fare i tamponi ai figli» - ha aggiunto Zaia, sollevando il problema dell'ostruzionismo di alcune famiglie.

Nuovo decreto

«Nuove regole del Governo. Abbiamo capito che l'Rt sopra 1 si va in arancione, sopra 1,25 si va in zona rossa, ma verrà valutata anche l'incidenza, ma dobbiamo vedere il testo finale del decreto. Ad oggi non sappiamo in quale fascia saremo, stamani ho sentito il ministro Speranza ma ancora non abbiamo notizie», questa la riflessione di Zaia in merito alle nuove misure. «I parametri restano 21, saranno modificate alcune soglie e non sappiamo ancora come sarà valutato il Veneto».

Vaccini in Veneto

E' intervenuta in diretta la dottoressa Francesca Russo, capo del dipartimento di prevenzione della Regione Veneto. «I numeri: abbiamo 38mila dosi a settimana, come da previsione i vaccini vengono distribuiti alle Ulss che hanno avviato le vaccinazioni dal 30 dicembre. La prima fase è per operatori sanitari, ospiti e operatori Rsa e popolazione fragile. 185mila dosi devono arrivare entro fine mese con l'ultima tranche della prima fase. Operatori sanitari: le Ulss hanno predisposto una stratificazione di rischio, sono stati chiamati tutti quelli più a contatto con soggetti che possono essere contagiosi. E sono 18.639 quelli vaccinati ad oggi. Poi abbiamo considerato anche i volontari direttamente coinvolti nell'emergenza virus, anche i privati accreditati, e il settore sanitario privato (dentisti, chi ha centri diagnostici, eccetera)». In quanti si vaccinano? «Adesione oltre il 90% per gli operatori sanitari - ha affermato la dottoressa Russo -, faremo il recall per i soggetti che non si sono presentati alla vaccinazione per fissare un nuovo appuntamento, chi non vuole vaccinarsi è libero di non farlo».

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Fase 2 - come funziona
«In questi giorni stiamo iniziando a pensare alla Fase 2, quando cominceremo a vaccinare la popolazione generale: la seconda fase prevede dagli over 80 ai 60enni», ha spiegato ancora la dottoressa Russo. «Esistono priorità anche qui, i soggetti ultra 80 enni che sono circa 360mila, li inviteremo con un invito spedito a casa. Nessuno verrà escluso anche se non riceve la lettera, in totale in questo scaglionamento che vado descrivendo è prevista la vaccinazione di circa un milione di veneti. Dopo gli over 80 si passa alla fascia dai 79 a 70 anni, una fascia a rischio perché sono questi i soggetti che vengono ricoverati in terapia intensiva e area non critica. Poi dai 69 ai 60 anni. Se arriveranno vaccini per tutti e tre gli scaglioni vaccineremo questi tre settori contemporaneamente. Vaccinare significa modificare la circolazione del virus, è molto importante». Gli anziani che non possono muoversi avranno il vaccino a domicilio.

«Oltre ai 60enni dobbiamo considerare le categorie a rischio di qualunque età: i soggetti con patologie a rischio - chi ha esenzione ticket o su segnalazione dei medici di base. Abbiamo anche i soggetti appartenenti ai servizi essenziali (insegnanti, farmacisti, forzedell'ordine...), speriamo di poterli vaccinare in contemporanea ai 60enni. Tutta questa programmazione può essere realizzata in proporzione ai tempi di arrivo e quantità di vaccino: più vaccini abbiamo e più veloci andiamo. Vaccinare tutti con una dose e poi fare il richiamo? Adesso facciamo prima e seconda dose, non è escluso che si possa procedere con tutte le prime dosi al maggior numero di persone possibile, ma dipende da quella che sarà la fornitura da febbraio. E' un'organizzazione legata al numero di dosi».

Vaccino: come funziona

Ma come fuziona il vaccino anti Covid che stiamo iniettando in Veneto? Lo spiega sempre la dottoressa Russo: «Il vaccino ha efficacia al 95%, molto elevata. E' stato il primo ad essere utilizzato e ha alti livelli di sicurezza ed efficacia. Noi abbiamo un canale per la segnalazione di eventi avversi che si potrebbero verificare, anche arrossamento, dolore al braccio, febbre, affaticamento. Questo vaccino non presenta il virus vivo, ha invece un Rna messaggero della proteina di superficie del virus inglobata in vescicole di grasso che arrivano nel citoplasma delle cellule e stimolano il sistema immunitario che produce anticorpi contro queste proteine estranee. La proteina spike viene falsamente fatta riconoscere dal nostro organismo per stimolare il sistema immunitario. Nei primi 15 giorni si ha una prima risposta, la seconda dose alza la produzione di anticorpi che rimane per molto tempo, per quanto non sappiamo ancora. Al momento per 6-12 mesi dovrebbe essere sufficiente fare solo 2 dosi».

  • Immunità: «Dopo 7 giorni dalla seconda dose il soggetto ha già l'immunità nei confronti del virus, questa è la valutazione media».
  • Precauzioni: «Mascherine e igienizzazione devono essere mantenute, comprese le misure comportamentali, le potremo abbandonare solo quando il virus non circolerà più». 
  • Pericoli: «Non ci sono controindicazioni a vaccinare soggetti venuti a contatto con il virus. Chi ha avuto il virus può avere anticorpi fino a 3 mesi, non abbiamo certezza che gli anticorpi dureranno più a lungo nei soggetti che hanno avuto il Covid, quindi il consiglio è di vaccinare tutti. Ci sono precauzioni per soggetti in quarantena o che hanno la malattia: bisogna aspettare. Positivi asintomatici, il vaccino è pericoloso? Non ci risulta, ma il soggetto in incubazione potrebbe sviluppare il virus anche dopo il vaccino».

Covid, mutazioni

«Abbiamo affidato all'Istituto zooprofilattico un progetto con campioni dalle Ulss da febbraio ad oggi, con 10 dosi al mese di tamponi, per studiare le mutazioni del Coronavirus. Cosa è emerso? Abbiamo individuato 3 soggetti con al variante inglese e altre mutazioni mai riscontrate in Italia (le "varianti venete", ndr). Questo poteva giustificare il nostro quadro epidemiologico - ha sottolineato al dottoressa Russo -. Ci sono due varianti in particolare che si stanno riscontrando in molti Paesi del mondo: l'inglese e la sudafricana stanno preoccupando molto. L'Oms racocmanda che tutti i pasei europei sequenzino il virus per individuare queste varianti».

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Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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