Virus Fase 2. Zaia oggi firma la nuova ordinanza per il Veneto: «Accolte le nostre richieste»

Sabato 16 Maggio 2020 di Angela Pederiva
Virus Fase 2. Zaia oggi firma la nuova ordinanza per il Veneto: «Accolte le nostre richieste»
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Luca Zaia firmerà oggi l'ordinanza sulle aperture che scatteranno da lunedì 18 maggio. L'ha annunciato ieri sera lo stesso presidente, «dopo una giornata di pressante e stressante lavoro», mentre il Consiglio dei ministri si riuniva per approvare il decreto-legge a cui nelle prossime ore farà seguito il dpcm emanato dal premier Giuseppe Conte, rispettivamente la cornice e il regolamento in cui si inquadreranno i provvedimenti delle Regioni. Queste ultime hanno infatti ottenuto di poter introdurre «misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte» dallo Stato: fra l'incudine delle linee-guida Inail e il martello dei protocolli locali, è passata la mediazione di un documento unitario dei governatori, scritto prendendo a modello le regole stilate proprio dal Veneto e dall'Emilia Romagna.

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IL PLICO
Queste erano infatti le due Regioni che stavano più avanti nella stesura delle proprie regole. Non a caso già all'ora di pranzo Zaia sventolava un plico di circa 170 pagine, stampate fronte e retro, con l'elenco delle prescrizioni stilate da un mese a questa parte sotto il coordinamento di Francesca Russo, responsabile regionale del dipartimento di Prevenzione: «Ecco qua le nostre linee-guida, divise per settore: ristorazione, attività turistiche e balneazione, strutture ricettive, servizi alla persona come parrucchieri ed estetiste, commercio al dettaglio, uffici aperti al pubblico, piscine, palestre, manutenzione del verde, musei, archivi, biblioteche...». 

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In quei minuti il leghista proponeva l'idea che ciascuna Regione dotata di un piano potesse seguire quello e che il programma dell'Inail servisse invece ai territori che ne erano sprovvisti. «C'è un' altra corrente di pensiero aveva però aggiunto Zaia, alludendo al ragionamento del collega lombardo Attilio Fontana secondo cui è meglio fare delle nuove linee-guida uguali per tutte le Regioni. Personalmente penso che questo andrebbe a incasinare di più la partita, però staremo a vedere».

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LA CONDIVISIONE
Con il passare delle ore è poi prevalsa la linea della concertazione nazionale, fatta salva comunque la possibilità per i singoli governatori (e per i sindaci) di intervenire su situazioni particolari, in base alla conformazione peculiare di certe spiagge piuttosto che dei centri storici, in ossequio al «principio dell'abito sartoriale». Per arrivare a questo bilanciamento, secondo quanto trapelato, è stata seguita l'ossatura delle bozze preparate dal Veneto e dall'Emilia Romagna. «Ne siamo venuti a capo ha confermato Zaia con un'accettazione e una condivisione del protocollo messo a punto dalle Regioni. Questa intesa ci permette di essere operativi e ci mette subito nelle condizione di aprire da lunedì. Ora attendiamo la formulazione giuridica del decreto-legge e conseguentemente, da governatore veneto, provvederò alle ordinanze per le aperture già domani (oggi, ndr.)». 






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Mentre il leghista parlava, la seduta di Palazzo Chigi era in pieno corso, ma dalle sue parole trapelava fiducia («Se si concretizzerà nell'atto finale del Consiglio dei ministri, considero assolutamente positivo il lavoro fatto negli interessi dei cittadini e delle imprese»), anche per la questione delle responsabilità penali che rischiavano di ricadere sulle Regioni: «Viene risolta con una nuova formulazione giuridica del decreto. Resta comunque il mio invito a rispettare le regole e non abbassare guardia: inizia davvero la fase di convivenza col virus».

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LA FASCIA 0-14
Quand'era ormai notte, è però scoppiata la grana dei centri estivi. Secondo indiscrezioni, lo scontro fra le ministre Elena Bonetti (Famiglia) e Lucia Azzolina (Istruzione) avrebbe fatto stralciare dal testo la previsione di far ripartire le attività per la fascia 0-14 anni, come invece chiedeva la Conferenza delle Regioni. Sul tema in giornata i sindacati veneti, con i segretari generali Christian Ferrari (Cgil), Gianfranco Refosco (Cisl) e Gerardo Colamarco (Uil), avevano lanciato un appello alla Regione: «Per riaprire serve un progetto che metta in sicurezza lavoratori e bambini. Non ci può essere spazio per l'improvvisazione su un terreno così delicato».

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Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità e al Sociale, aveva assicurato prudenza: «Le norme che abbiamo scritto sono molto rigide. Ci rendiamo conto che questo implica sforzi economici non da poco, però ci sono le due novità decise dal Governo: i 150 milioni inseriti nel decreto per il settore 6-14 anni e l'utilizzo del bonus babysitter per l'acquisto di servizi per gli 0-6». Aveva aggiunto Gianpaolo Bottacin, titolare della Protezione Civile: «Bisogna però che le due ministre si mettano d'accordo». Per ora pare di no.

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Ultimo aggiornamento: 12:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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