Scoperti 180 lavoratori in nero nel Veneziano, multe per 80 attività: anche un bodyguard abusivo e una massaggiatrice senza permesso di soggiorno

Mercoledì 26 Luglio 2023
Scoperti 180 lavoratori in nero nel Veneziano, multe per 80 attività: anche un bodyguard abusivo e una massaggiatrice senza permesso di soggiorno

VENEZIA - Sono stati 180 i lavoratori "in nero" scoperti dalla guardia di Finanza di Venezia nell'ambito delle attività di contrasto al lavoro sommerso che hanno portato anche a sanzioni a 80 attività commerciali. Il maggior numero di irregolarità ha riguardato il centro storico veneziano e Mestre dove, negli ultimi mesi, sono stati individuati 87 lavoratori assunti completamente in nero o irregolari (4 dei quali anche percettori di reddito di cittadinanza o di indennità di disoccupazione), con la conseguente verbalizzazione di 44 datori di lavoro.

Per 13 di essi è scattata la proposta di sospensione dell'attività.

LAVORATORI IN NERO

In un caso, è stata rilevata l'esistenza di una vera e propria attività di organizzazione eventi, gestita da uno straniero in forma completamente abusiva. Nel Miranese, invece, sono stati individuati 22 lavoratori in nero, 2 irregolari e verbalizzati 14 datori di lavoro per uso di manodopera non in regola. A Jesolo sono stati 11 i datori di lavoro verbalizzati a fronte di 4 lavoratori irregolari e 29 assunti completamente in nero, tra cui spiccano i 7 operai tra tunisini, marocchini e egiziani impegnati in un cantiere edile per conto di una ditta sarda, formalmente priva di dipendenti e operante in forza di un subappalto mai formalizzato con la società committente. Anche a Portogruaro i controlli hanno fatto emergere 24 lavoratori in nero e 4 irregolari a fronte di 7 imprenditori verbalizzati. A San Donà di Piave e Caorle, invece, sono stati verbalizzati 5 imprenditori per aver impiegato 8 lavoratori in nero e 3 irregolari e per un ristorante è anche intervenuto un provvedimento di chiusura dell'attività. In generale, i lavoratori in nero/irregolari individuati sono per poco più della metà italiani e comunitari mentre per la restante parte di provenienza extracomunitaria, con una netta prevalenza numerica di bengalesi.

Non sono mancati casi particolari quali un «buttafuori» privo dell'autorizzazione prefettizia ad esercitare la relativa attività e una lavoratrice in nero, impiegata in un centro massaggi, senza permesso di soggiorno e, quindi, espulsa dall'Italia. Le attività economiche maggiormente interessate sono quelle del comparto ristorazione e somministrazione alimenti, settore alloggiativo, commercianti al minuto e operatori nel settore turistico.

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