Motoscafi truccati, sotto sequestro
trenta taxi acquei

Giovedì 27 Marzo 2014
Un taxi acqueo (archivio)
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VENEZIA - Un'operazione della capitaneria di porto sta portando alla luce a Venezia la diffusione della pratica illegale del potenziamento oltre limite dei motori dei motoscafi usati per il servizio taxi in città. Secondo fonti ben informate, sarebbero già state poste sotto sequestro una trentina di imbarcazioni, risultate con i motori modificati. Un'operazione quest'ultima piuttosto semplice: con i propulsori ormai a gestione elettronica si possono guadagnare cavalli in più con la banale variazione di una centralina. Le indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Venezia, sono tuttora in corso e al momento dai vertici della capitaneria di porto non sono stati forniti dati o particolari.



La trasformazione dei motori, per consentire una potenza superiore, è una pratica vietata perché i motoscafi che svolgono trasporto pubblico non di linea - circa 250 quelli con licenza, si stima altri 200 quelli abusivi - devono rispettare il limite di 150 cavalli. In questi giorni sarebbero stati diversi i motoscafisti che si sarebbero rivolti a cantieri in città per verifiche dei propulsori delle barche. A far sospettare che diversi taxi acquei non rispettassero i limiti di potenza erano state operazioni come quella del gennaio scorso condotta da capitaneria e polizia municipale, quando erano stati denunciati 12 piloti di barche sorprese a sfrecciare a tutta manetta nel Canale della Giudecca, cariche di turisti e nonostante ciò capaci di evoluzioni offshore.
Ultimo aggiornamento: 19:23

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