Venezia e la peste nera una storia che si ripete: il libro in edicola con il Gazzettino

Sabato 27 Febbraio 2021 di Alessandro Marzo Magno
Venezia e la peste nera una storia che si ripete: il libro in edicola da oggi con il Gazzettino

Da oggi con Il Gazzettino il libro di Edoardo Pittalis che ripercorre le epidemie a Venezia a partire dal 1348. La popolazione venne dimezzata e la città reagì costruendo i Lazzaretti che vennero imitati in tutta Europa.


IL VOLUME
All'inizio fu Ragusa (l'attuale Dubrovnik): nel 1377 la repubblica marinara della Dalmazia stabilisce che chi arriva da luoghi infetti debba rimanere isolato per un mese nell'isola di Mercana (Mrkan), navi veneziane comprese.

Questo e altro racconta il libro di Edoardo Pittalis La Serenissima e le epidemie. Fede, scienza e superstizione: come Venezia affrontò il nemico invisibile (Biblioteca dei Leoni) in edicola da oggi con il Gazzettino al soprapprezzo di 8,80 euro. La peste nera del 1348 è stata la prima epidemia di peste bubbonica dai tempi di Giustiniano, quando il contagio aveva colpito l'impero romano d'Oriente, e in particolare Costantinopoli, tra il 541 e il 542. Erano passati oltre ottocento anni senza che la peste bubbonica si affacciasse al bacino del Mediterraneo e quindi non era più presente nella popolazione alcun anticorpo che potesse reagire alla malattia. Per tale motivo la pandemia del 1348 è stata tanto mortifera, sterminando da un terzo alla metà della popolazione europea.


LA CITTÀ PIÙ COLPITA

Venezia è uno dei luoghi più colpiti: perde circa metà degli abitanti. Le reazioni sono varie. Politiche, prima di tutto: per attirare popolazione si abbassano i termini per la concessione della cittadinanza veneziana. Si portano gli anni di residenza necessari per ottenerla da quindici a due. Comincia ora, e continuerà in maniera ancora più approfondita dopo le pestilenze del 1575 e del 1630: nella prima scompare il 30, nella seconda il 40 per cento della popolazione veneziana. Dall'entroterra giungono persone specializzati in attività tradizionali che modificano il tessuto sociale di Venezia, trasformandola via via da città di marinai a città di artigiani.
Anche la lingua cambia, con la periferia conservatrice che mantiene forme abbandonate nel centro innovatore, infatti ai nostri giorni è possibile trovare tracce del veneziano antico sopravvissute nel dialetto di Chioggia, per esempio con il condizionale in -ave (saverave, anziché savaria per saprei) o il participio passato in -ao (andao, anziché andà per andato).


LE REAZIONI

Le reazioni più importanti sono quelle sanitarie e in questo campo Venezia diventa un esempio per tutta Europa. Dal 1403 si decide di ricoverare i marinai provenienti da luoghi infetti nell'isola di Santa Maria di Nazareth, detta Nazarethum, nome che sarà presto modificato in Lazzaretto. Vent'anni più tardi, nel 1423, si converte in ospedale un ostello per pellegrini presente sull'isola, e questa diventa la data di nascita ufficiale del Lazzaretto. Venezia fornisce l'esempio e gli altri seguono: Pisa istituisce un luogo d'isolamento nel 1464 «fuori porta al parlascio rimpetto alla chiesa di San Lazzaro», Genova qualche anno più tardi; dopo i lazzaretti marittimi, si istituiscono pure quelli di terra: a Firenze (1479) e Milano (1489). Venezia, nel 1468, affianca al Lazzaretto Vecchio il Lazzaretto Nuovo, dove si costruiscono anche i magazzini per ospitare le merci sospettate di esser state colpite dal morbo pestifero che vengono fumigate con ginepro o rosmarino. I compiti dei due Lazzaretti si sdoppiano: il Nuovo è rivolto alla prevenzione, il Vecchio al ricovero dei malati.
Ulteriore aspetto: a Venezia si vara una vera e propria polizia sanitaria marittima che obbliga i navigli sospetti d'infezione a ormeggiarsi nei canali di Fisolo e Spignon, tra la bocca di Malamocco e Poveglia. Per di più la Serenissima signoria è il primo stato a istituire un'apposita magistratura con compiti sanitari che poi evolverà nei Provveditori alla Sanità. Potremmo in qualche modo compararli a un moderno ministero della Sanità, e pure questo costituisce un esempio seguito dagli altri stati europei.

Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 14:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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