Al Penzo la casa del Venezia: progetto per uno stadio stile "inglese"

Venerdì 30 Aprile 2021 di Marco De Lazzari
Una recente partita al "Penzo"
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VENEZIA Il Venezia è pronto a tutto, ad investire oggi e per anni, pur di poter continuare a giocare al Penzo.

Anche in Serie A. Lo ha assicurato ieri Andrea Cardinaletti, consigliere delegato alle infrastrutture del club nel corso della presentazione dei primi lavori svolti a Sant’Elena che – come anticipato dal Gazzettino – hanno riguardato l’eliminazione delle divisioni campo-tribune già in tempo utile per il derby col Chievo di domani (ore 14). Al momento il Venezia milita in Serie B, ma è in corsa per disputare quei playoff con in palio una promozione nel massimo campionato, prospettiva più che sufficiente per guardare al futuro.


LA STRATEGIA
Perché se una settimana fa il sindaco Luigi Brugnaro tornava alla carica «alla città serve uno stadio, se vogliamo rilanciare Venezia lo sport è fondamentale e ancor più fondamentali sono le strutture», dall’altro il suo vice Andrea Tomaello ribadisce: «Oggi ragioniamo con quello che abbiamo, nessun Comune in Italia può sostenere la spesa per costruirne uno nuovo. Nell’ultimo periodo si cerca di valorizzare gli impianti storici, più che costruirne di nuovi. Arrivasse un investitore oppure, difficile, il Recovery Fund come a Firenze noi siamo qui». I dollari del presidente del Venezia Fc, Duncan Niederauer, serviranno dunque per rendere più accogliente il secondo stadio più vecchio d’Italia. Un esborso di 547mila euro per eliminare le barriere (a parte un divisorio alto un metro sui lati lunghi), nonché per adeguare l’impianto d’illuminazione (ora in deroga) con aggiunta a fine campionato di lampade sulle quattro torri faro e sulla tribuna centrale verso il terreno di gioco, dopodiché toccherà al riadattamento della colonna centrale degli spogliatoi. «In cambio il Comune ha dato in gestione per nove anni la struttura al Venezia Fc – aggiunge Tomaello – senza far più pagare il canone in cambio dei lavori di qualificazione».


TRE PROGETTI
«Non vogliamo accettare l’idea di giocare nemmeno una partita fuori dal nostro stadio – assicura Cardinaletti – Sul Penzo abbiamo un primo progetto per la Serie B, un secondo per la A e un terzo per restarci definitivamente. Aver tolto l’effetto gabbia agli spettatori è il primo passo del restyling di un impianto a norma. Il nostro staff guarda oltre il presente per non essere impreparato, se il Venezia salirà in Champions League vogliamo giochi al Penzo. In Serie A punteremmo all’aumento della capienza (7.389 ad oggi, ndr) in deroga a 10-12 mila posti come tutte le altre società, per poi adeguarci (16 mila il minimo in A, ndr) in caso di salvezza. Bisognerà migliorare l’area hospitality e rivisitare tutta l’area media perché i regolamenti impositivi richiedono aggiustamenti». «La scomodità del Penzo è un deterrente? Non penso che noi possiamo dibatterne più di tanto, ognuno ha la sua idea e comunque è complicato andare anche a San Siro. Se si cominciasse a costruire oggi, nella migliore delle ipotesi ci giocheremmo tra 5-6 anni, per questo proponiamo al nostro investitore delle spese sul Penzo ammortizzabili in 5-6 anni. Un progetto che non può aspettare un solo giorno, dobbiamo e vogliamo progredire uno step per volta anche riuscendo a migliorare capacità di afflusso, servizi e accoglienza». Al tempo stesso nessuna prospettiva di interventi più impattanti come dotare curve e distinti di una copertura. «Il sogno sarebbe un intero stadio coperto, tuttavia ad oggi non è in agenda né in caso permanenza in B, né di adattamento all’eventuale Serie A. Ma con un percorso virtuoso verso la Serie A potremo mettere in campo interventi più importanti».

Ultimo aggiornamento: 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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