Venezia, la città è invasa dai borseggiatori: in azione adulti e minorenni

Mercoledì 26 Ottobre 2022 di Michele Fullin
Borseggiatori
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VENEZIA - È passato un mese circa dall'appello che i Cittadini non distratti e diverse associazioni veneziane hanno presentato a Prefettura, Questura, Procura, a tutti i comandi delle forze dell'ordine e persino al Patriarca per chiedere un'azione forte sul tema dei borseggi e sullo sfruttamento di minori per compiere reati.

Ma non si è mossa una foglia. Ogni giorno c'è chi trova nei bidoni della spazzatura o tra le siepi dei giardini o della stazione o di piazzale Roma, decine di portafogli pieni di documenti e carte di credito, ma svuotati dei contanti. Portafogli che corrispondono ad altrettante famiglie che serberanno un pessimo ricordo di Venezia per chissà quanti anni.

UN MESE FA L'APPELLO
Venezia, che quest'anno è stata baciata da un'esplosione del turismo come non si vedeva da anni (anche senza gli arrivi in massa di asiatici e sudamericani) è stata letteralmente invasa da tutte le bande che in precedenza la infestavano separatamente , ma tutte insieme. Più moltissime nuove leve tra cui ragazze anche di 13 anni, che per legge non sono imputabili. Le bande arrivano la mattina dalla terraferma e poi si posizionano sugli imbarcaderi dei vaporetti della Ferrovia per un bel po' di tempo. Altre fanno su e giù per le Mercerie e San Marco altre infine incrociano le calli meno frequentate, dove la gente abbassa la guardia. E poi, dopo le 19 le bande tornano ai terminal per predare le persone che si erano perse all'andata. In genere escursionisti stanchi per la giornata che si mettono in coda per prendere l'autobus. Ed è mentre salgono che i borseggiatori colpiscono.
Tutti questi particolari sono forniti dai Cittadini non distratti in virtù della loro trentennale esperienza. Persone che nella vita fanno i commercianti o gli esercenti e che la rabbia di vedere la gente derubata senza pietà ha trasformato in segugi. Così, parte della giornata la passano disturbando l'attività delle bande, prendendosi quotidianamente una dose di insulti, sputi e, a volte, qualche ceffone.


Dopo tanto tempo, i non distratti si sono resi conto che la partita è impari e così a settembre avevano fatto l'appello generale per vedere chi avrebbe risposto.
«Ad un mese dalla nostra richiesta di aiuto contro borseggi e sfruttamento minori - lamenta uno di loro - nessuna risposta, nessun intervento».
Le forze dell'ordine per lo più fanno quello che possono, sapendo che non riescono a destinare stabilmente pattuglie antiborseggio. Ma anche quando li prendono (e la Polizia Locale ne ha presi molti, poi accompagnati al processo) poi vengono rilasciati poco dopo o nella migliore delle ipotesi condannati per direttissima ben sapendo che solo quando si raggiunge il cumulo di pena di 3 anni si varcano le porte del carcere.
Ma anche questo non è scontato: sei anni fa una borseggiatrice aveva totalizzato condanne per 42 anni ma non era mai entrata in galera perché ogni anno sfornava un pargolo, per un totale (finora accertato) di 17 gravidanze.
 

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 12:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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