La vede su Instagram e "la vuole": 19enne ricatta una 15enne

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Marina Lucchin
La vede su Instagram e "la vuole": 19enne ricatta una 15enne

FOSSÒ - Da giorni riceveva proposte oscene da un diciannovenne che, dopo averla notata su Instagram, aveva deciso che l'avrebbe fatta sua, anche se si trattava solo di una ragazzina. All'inizio si era fidata e gli aveva mandato pure qualche scatto da Lolita. Un errore che la giovanissima stava pagando caro. Lei, una quindicenne padovana, se da una parte era angosciata da quanto quel giovane le scriveva sul social network, in maniera così cruda e volgare, minacciandola anche di rendere pubbliche le sue foto piccanti, dall'altra si vergognava così tanto di dover raccontare quello che stava accadendo, che aveva preferito la via del silenzio. La situazione, però, per lei era diventata straziante. Lui la minacciava di divulgare le sue foto osé se non avesse fatto sesso con lui e la quindicenne non sapeva più come uscirne, finché non ha scoperto che poteva affidarsi a Youpol, l'applicazione  della polizia creata a posta per segnalare casi delicati come questo. Così ha raccontato tutto agli agenti della centrale operativa. Con poche parole ha fatto scattare l'allarme: i poliziotti hanno organizzato una trappola e il pedofilo c'è finito con tutte le scarpe. L'hanno arrestato quando è arrivato al finto appuntamento. Nel suo telefono hanno trovato le chat con le minacce e le foto intime della vittima: in manette un diciannovenne pachistano residente a Bassano e dipendente di un kebab di Fossò, nel Veneziano. 
LA TRAPPOLAIl blitz è avvenuto due settimane fa, dopo che la polizia ha convinto la vittima a presentarsi in questura con il padre. Le hanno suggerito di fingere di rendersi disponibile a un incontro con il suo adescatore che le chiedeva insistentemente di fare sesso con lui. Il diciannovenne ci è cascato e si è presentato all'appuntamento all'ora e nel luogo concordati. Solo che ad aspettarlo dietro alla porta d'ingresso, non c'era la ragazzina pronta a soddisfare i suoi bassi istinti, ma i poliziotti della Squadra mobile, che gli hanno stretto le manette ai polsi e portato al Due Palazzi. Il giovane è stato anche perquisito e il cellulare gli è stato sequestrato: custodiva ancora in memoria sia le chat con le minacce alla ragazzina, che le sue fotografie hard. Per questo è stato accusato di estorsione e detenzione di materiale pedopornografico. 
L'indagine è stata svolta dalla Mobile padovana assieme alla Polizia postale di Venezia che consiglia a tutti, per evitare di incappare in situazioni simili, di settare come privati i propri profili social e di non inviare mai foto compromettenti che poi potrebbero venire utilizzate, poi, come ricatto. 
Marina Lucchin

Ultimo aggiornamento: 11:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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