Il comandante della polizia locale: «Non tutti i mali della città dipendono dal turismo»

Mercoledì 3 Novembre 2021 di Michele Fullin
Turisti a Venezia nell'ultimo fine settimana. Qui è davanti alla stazione
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VENEZIA - Sovraffollamento turistico, movida notturna, vaporetti strapieni, moto ondoso, manifestazioni di ogni genere. Dopo la fase acuta della pandemia, la polizia locale veneziana si è trovata ad affrontare una serie di nuovi problemi che si affiancano a quelli preesistenti. Ma il comandante Marco Agostini non vuole sentir parlare di “situazione fuori controllo”, sia che ci si riferisca a campo Santa Margherita o alle code per prendere il vaporetto o alle difficoltà che talvolta si incontrano per tornare in città con l’automobile.
segue dalla prima pagina
«I problemi ci sono - dice - ma non è la fine del mondo. Stiamo cercando di prendere tutte le contromisure. Dopo di che, non dimentichiamo mai che nelle attività di pubblica amministrazione bisogna contemperare gli interessi di tutti, come ha scritto il Consiglio di Stato quando annullò l’ordinanza sulla chiusura di Santa Margherita. Dico questo perché non possiamo riproporla, dicendo “ci eravamo dimenticati” della pronuncia della magistratura. Facile dire chiudiamo tutto alle 11, ma la legge lo consente solo per un periodo limitato e a determinate condizioni».
Comandante, in questo periodo sembra però che il sovraffollamento turistico sia il comune denominatore di tutti i problemi della città.
«Attenzione, perché non tutto dipende dal turismo. I fenomeni del venerdì e sabato notte sono locali e le persone sanzionate sono veneziane, mestrine o studenti universitari che abitano qui. Se parliamo di turismo, , sicuramente il sovraffollamento c’è nei fine settimana, ma c’è stata anche una ripresa del lavoro. Quest’ultimo, ad esempio, gli alberghi erano all’85 per cento: vuol dire che la gente ha ripreso a lavorare dopo due anni di disoccupazione e disperazione».
Però ci si deve poter muovere.
«Siamo ancora allo stato di emergenza con i vaporetti all’80 per cento e, non avendo un numero di vaporetti incrementabile, la situazione è questa. Probabilmente sarà da portare l’accesso priority alle Fondamente nove, ma sono piccoli accorgimenti e problemi dovuti alla ruggine di due anni di lock down. Anzi, posso dire che ci stiamo attrezzando con nastri e transenne per consentire ai residenti di avere una corsia prioritaria per le isole. Una volta risolto questo problema, le code resteranno per i turisti».
La movida notturna è un altro tema caldo.
«Avete notato che non si parla più degli Ormesini? Perché sono state date delle “bastonate” ad alcuni locali che non rispettavano le regole e la situazione è migliorata, io di sera mi muovo da quelle parti e lo constato direttamente. A Santa Margherita c’è un fenomeno più ampio, di giovani soprattutto dall’entroterra. Dalla terraferma vengono con il mezzo pubblico, possono bere di più senza dover guidare. In giro per il Veneto piangono morti perché dopo la bevuta la gente va fuori strada. Chi viene a Venezia ha scoperto di non avere questo problema. Faremo sempre più dissuasione, soprattutto con chi viene qui in gruppo a ubriacarsi, ma c’è anche tanta gente che oltre a bere l’aperitivo si ferma a cena e fa girare l’economia. Ora abbiamo ripreso ad applicare le regole in senso stretto e son partite le sanzioni per i soggetti che non raccolgono i cartoni delle pizze perché intasano i cestini e per chi vende alcool dopo le 21».
Poi ci sono le lunghe code per arrivare in macchina a Venezia e spesso la gente si sente prigioniera, come è accaduto al presidente dell’Ava.
«Un altro dato post pandemia è che la gente usa molto di più la macchina. Ma anche sabato, il signore ha aspettato 10 minuti, non un’ora. Il tempo di togliere la pressione a piazzale Roma se no i mezzi pubblici non andavano avanti. Lui voleva passare ad ogni costo e così facendo bloccava il traffico. Forse qualche giovane agente non avrà l’esperienza di gestire certe situazioni, ma nei fine settimana sono in strada a centinaia».
Eppure un adagio locale è che “i vigili non si vedono”. Quanti siete?
«Siamo poco meno di 500, ma l’ideale sarebbe arrivare a 800. Nei prossimi giorni ne assumeremo altri 25 e l’anno prossimo faremo altri concorsi per arrivare a 600 - 650. Non sono tanti, anche perché oltre alla complessità di Venezia ci sono tanti servizi nuovi: abbiamo lo stadio, che impegna 26 uomini quando si gioca in casa. Nel mese di ottobre abbiamo avuto la Maratona con 340 uomini impegnati, la domenica prima la gara ciclistica (altri 70 in strada). Sempre servizi dedicati. Prima ancora la Maratonella di Campalto (40 uomini). E posso andare avanti. Ogni fine settimana c’è sempre qualcosa: le sfilate di moda, la Mostra del cinema la Storica. Abbiamo pattuglie a controllare la bocca di porto di Malamocco qualdo il Mose è azionato. Nell’anno ci sono 4mila eventi, e in ognuno capita sempre che ci sia una pattuglia. Poi gli hub vaccinali. I ragazzi sono fin troppo bravi per la pressione cui sono sottoposti».
Poi c’è la sicurezza urbana.
«Siamo arrivati a 80 arresti dall’inizio dell’anno. Sarà poco? Ma diamo dei segnali. Con l’ultima infornata abbiamo potenziato le sezioni territoriali: 30 agenti in più a Venezia e 30 a Mestre che fanno prossimità. La città è assolutamente sicura. Gli indici di criminalità sono divisi per quattro rispetto al 2019. I borseggi sono passati da 4779 del 2019 a 2508 del ‘20 a 1327 nel ‘21. Furti in casa su tutto il territorio, da 752 a 570, i furti nei negozi da 824 a 471.
Rimangono elevati i danneggiamenti, che sono gli stessi 797 contro 749, mentre il resto dei dati è in grossa diminuzione.
«La città è sicura, anche se a leggere certi commenti, potrebbe sembrare che siamo nel Bronx degli anni Settanta».
La gente dice: “ho chiamato ma non rispondono”.
«Una volta, forse, perché c’era solo un numero.

Ora allo 0412747070 rispondono 10 linee, gli operatori sono mediamente 7 nelle ore diurne. Se per caso ci sono più di 7 chiamate in contemporanea qualcuno aspetta. Arrivano chiamate di ogni tipo. Quando c’è traffico intenso nel fine settimana a piazzale Roma, ci sono dagli 8 ai 10 vigili e se sono lì vuol dire che non sono altrove, a Venezia abbiamo ripreso a fare i controlli in Bacino di San Marco tutti i giorni 8-18. Poi c’è stabile la pattuglia telelaser davanti alla stazione. Fanno poi periodicamente rio Novo, Fondamente nove, ieri erano davanti al cimitero. Purtroppo la gente va piano solo dove c’è il babau. E nessuno può chiamarsi fuori: tassisti, diportisti, trasportatori». 

Ultimo aggiornamento: 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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