Tassa d'imbarco all'aeroporto Marco Polo, Brugnaro: «Venezia ha bisogno di quei soldi, c'è una legge. Qualcuno si è arrabbiato»

Martedì 5 Marzo 2024
Tassa d'imbarco all'aeroporto Marco Polo, Brugnaro: «Venezia ha bisogno di quei soldi, c'è una legge. Qualcuno si è arrabbiato»

VENEZIA - «Abbiamo bisogno di quei soldi, c'è una legge. Qualcuno si è arrabbiato (il presidente della Save, Enrico Marchi ndr), non so cosa farci, io so che l'aeroporto è ben gestito, non ho nulla da rimproverare alla dirigenza, ma nel suo ricorso Save ha scritto che quella tassa avrei dovuto caricarla sui cittadini veneziani». Lo ha detto oggi il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in merito al contenzioso sull'imposta di imbarco applicata ai passeggeri che transitano all'aeroporto Marco Polo. «Questi vengono da tutto il mondo a fare festa e devono pagare i cittadini veneziani lo sporco? - si è chiesto Brugnaro - Se non lo facevo, con che titolo poi posso chiedere di rifinanziare la legge speciale per Venezia che è scaduta? Abbiamo chiesto 150 milioni all'anno per 10 anni.

Perché Venezia va salvata».

La replica di Save 

«Sono d’accordo con il Sindaco Luigi Brugnaro che i veneziani non debbano essere ulteriormente tassati - ha detto Enrico Marchi, presidente del gruppo Save - . Quanto riportato da parte dei nostri legali nel ricorso fa riferimento al fatto che “in sfregio all’iter amministrativo corretto” la procedura seguita dal Comune di Venezia non ha preso in considerazione le altre alternative previste dalla normativa. Come ho sottolineato anche in altre occasioni, non solo penso che non si debbano alzare le tasse ai cittadini, ma che debbano essere diminuite, al fine di ricostruire il tessuto abitativo veneziano. Ricordo che la tassa d’imbarco penalizza tutti i cittadini veneziani e del Veneto che scelgono il Marco Polo come aeroporto da cui partire. Per questi stessi motivi, non mi spiego la scelta del Comune di indebitare la città e i suoi abitanti per 200 milioni di euro per realizzare lo stadio quando, come normalmente avviene, questo tipo di investimento avrebbe potuto essere fatto dai più grandi gestori di stadi e palestre al mondo, con conseguente maggiore efficacia a livello costruttivo e l’inserimento degli impianti in un network internazionale, senza pesare sulle spalle dei contribuenti».

Ultimo aggiornamento: 17:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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