Stazione, ritornano le torri: il progetto milionario di riqualificazione pronto a decollare

Venerdì 8 Settembre 2023 di Elisio Trevisan
Il rendering del progetto

MESTRE - Le torri della stazione ferroviaria. Due edifici da 100 metri con almeno 20 piani o 25 uniti da una piastra con sopra un giardino prensile che diventeranno la cifra della stazione di Mestre, trasformandola da “stazioncina di campagna” (che però ospita 15 milioni di passeggeri l’anno ed è quindi una delle più importanti d’Italia) a una vera e propria stazione degna di una città e di uno dei nodi ferroviari più importanti del Veneto; e, inoltre, dando vita a tutta quell’area di edifici abbandonati che richiamano e moltiplicano il degrado. Il progetto c’è da anni ed ora che Comune e Ferrovie dello Stato sono pronti a firmare l’accordo di programma definitivo per la riqualificazione dell’intera area (si incontreranno entro due mesi) e ad avviare i cantieri il prossimo gennaio, anche l’iter per le due torri da 80 milioni di euro su uno spazio di 28 mila metri quadrati, può ripartire.

Era stato bloccato a luglio del 2019 da Michael Kluge, l’imprenditore tedesco costruttore dell’ostello AO di via Ca’ Marcello e fondatore dell’omonimo Gruppo che nel 2017 ha venduto a un fondo americano per 320 milioni di euro, e che nel 2017 aveva acquistato l’edificio ex Poste a fianco della stazione ferroviaria. Kluge aveva annunciato l’abbandono del progetto perché i tempi della burocrazia si erano dilatati troppo: aveva, infatti, acquistato l’ipoteca sull’edificio dalla banca a fronte dell’affermazione che l’Accordo di programma fosse pronto per la firma entro fine luglio 2017, e intendeva inaugurare le torri per il 2019.

SECONDO TENTATIVO
Quello di Kluge è il secondo progetto saltato nel giro di una decina d’anni: il tedesco, infatti, aveva acquistato l’edificio per 6 milioni di euro dal curatore dell’Immobiliare Favretti che anni prima aveva chiuso il preliminare con la catena alberghiera spagnola H10 che, però, alla fine se ne andò a investire altrove visto che i tempi burocratici veneziani erano eterni.

Ora che finalmente è arrivato il momento dell’avvio dei lavori, nei quali Rfi investirà 75 milioni di euro per la completa riqualificazione della stazione e la costruzione della piastra ciclopedonale che collegherà la parte nord, ossia Mestre, con quella sud, cioè Marghera, Michael Kluge può tirare fuori dal cassetto il progetto dell’architetto Sandro Bisà, lo stesso che aveva ideato anche l’ostello AO, e farlo finalmente partire. L’unico ostacolo che rimane è quello legato alle due piccole aree a fianco dell’ex Poste, che le Ferrovie avevano acquistato nel 2019 dal Demanio militare: le due torri, infatti, anno bisogno dell’area occupata dal palazzo ex Poste, ma anche di quella dove c’è l’edificio a destra che ospita la Polfer e il sindacato Orsa, e dell’altro spazio a sinistra dell’ex Poste, un tempo caserma dei carabinieri; l’Accordo di programma prevede che la cubatura dell’ex Poste venga spostata più verso il piazzale dei bus permettendo alle Ferrovie di riunire i suoi due lotti e di metterli in vendita; Kluge contava di poter acquistare quelle due aree e di realizzare l’intervento per le due torri e la piastra commerciale, anche perché era stato lui a sbloccare la situazione dopo ben otto anni di stallo che avevano portato al fallimento della precedente proprietà dell’ex Poste. Le Ferrovie, invece, nel 2019 volevano vendere con un bando quelle due aree per ricavare, mettendo in concorrenza più investitori, il massimo del profitto; per farlo, però, dovevano ottenere che Kluge spostasse la sua proprietà a sinistra permettendo loro di riunire i due lotti che, altrimenti, singolarmente sono troppo piccoli per pensare di guadagnarci qualcosa. 

L’ULTIMO OSTACOLO
Ora che è tutto pronto per avviare la riqualificazione della stazione, che secondo gli esperti genererà investimenti privati per circa 350 milioni di euro (tra i quali gli 80 di Kluge, e altri 100 milioni del gruppo Salini Impregilo-Cediv Spa sugli 8 ettari del versante di Marghera tra via Ulloa, via Paolucci, la Cita e la bretella della Carbonifera), manca l’accordo tra l’imprenditore tedesco e le Ferrovie con Grandi Stazioni: nei mesi scorsi le due parti hanno già fatto cinque o sei incontri a Roma, ma ancora non è pronta la gara per vendere i due piccoli lotti. Se l’Amministrazione Brugnaro, dunque, è pronta per approvare gli esecutivi e dare a Kluge le autorizzazioni e i permessi a costruire, le Ferrovie sono ancora ferme e, invece, sarebbe il momento di accelerare.
 

Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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