Scuole riaperte, rebus trasporti pubblici: la capienza rimane al 50%

Domenica 18 Aprile 2021 di Alvise Sperandio
Scuole riaperte, rebus trasporti pubblici: la capienza rimane al 50%
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VENEZIA - Tutti a scuola, ma con che mezzi? Se dal 26 aprile riprenderà la didattica in presenza al 100% per tutte le scuole, non cambia nulla sulla capienza degli autobus che resta limitata al 50%. «Se le due percentuali non corrispondono, garantire il servizio è semplicemente impossibile», dice Giovanni Seno, direttore generale del Gruppo Avm/Actv. L’azienda si vede chiamata all’ennesimo cambiamento in corsa di questo tribolato anno scolastico.
Ingegner Seno, tra meno di dieci giorni tutti gli studenti ritornano in classe: cosa ne pensa? 
«Sono molto favorevole al fatto che i nostri ragazzi riprendano a frequentare le scuole. Tuttavia, se ragioniamo di trasporto pubblico, bisogna essere chiari: se la capienza dei mezzi non torna al 100%, sarà impossibile trasportare tutte quelle persone».
Actv mette in campo, ogni giorno, 150 corse scolastiche nella navigazione e 610 nell’automobilistico: 360 con 150 autobus aziendali e altre 250 con 100 pullman granturismo dei privati in subappalto. Cosa si può fare di più? 
«Oggettivamente e onestamente: nulla. Già adesso siamo a pieno regime. Non ci sono mezzi e autisti da poter aggiungere. Bisogna rendersene conto. Peraltro, per pura ipotesi, ancorché si potesse raddoppiare la flotta per sopperire alla capienza dimezzata, avremmo un numero di autobus tale da paralizzare il traffico tutti i giorni».
Quindi ci sta mettendo in guardia: il giorno 26 si rischia il caos? 
«Io mi auguro che in questa settimana il governo si renda conto dei gravi problemi, in termini di trasporti insufficienti e di affollamenti, che si apriranno, se non si faranno corrispondere le due percentuali: della frequentazione a scuola e della capienza sui mezzi. E, d’altronde, l’impatto del rafforzamento di corse, già in essere, si fa già sentire sulla circolazione stradale. Ci sono situazioni, ad esempio nelle cittadelle scolastiche come al quartiere Pertini di Mestre, in cui i mezzi nelle ore di punta sono così numerosi e incolonnati che qualche disagio lo creano per forza».
Secondo lei si potrebbe portare la capienza al 100%?
«A mio avviso ci sono le condizioni per farlo nel trasporto locale, mentre è diverso il discorso per le lunghe percorrenze. Teniamo conto che le porte degli autobus si aprono e si chiudono in continuazione, e l’aria cambia. Che le persone, nelle brevi tratte, restano a bordo per periodi di tempo limitati, si muovono e si succedono. Ovviamente restano indispensabili i comportamenti responsabili: indossare la mascherina, cercare di mantenere le distanze interpersonali, evitare di parlarsi in faccia».
Si sente, dunque, di rivolgere un appello al governo? 
«Certo. Va benissimo approfondire e decidere di far tornare la didattica in presenza. Allo stesso modo, però, si dovrebbero valutare tutte le altre sfaccettature della partita e questa distonia tra il 100% in classe e il tetto del 50% negli autobus dev’essere superata».
Intanto Actv si trova alle prese con l’ennesimo cambiamento.
«È da inizio pandemia, 15 mesi fa, che continuiamo a variare l’assetto del servizio per rispondere alla situazione contingente e, nel contempo, alle necessità di servizio. Ci abbiamo fatto l’abitudine, ma ciò non impedisce di constatare che questi cambiamenti sono troppi, con troppo poco preavviso e troppa poca capacità di comunicare con cura alla popolazione cosa si sta cambiando».
Così dovete fare le corse per adeguarvi… 
«Lo sbaglio grosso è che si fanno le linee guida senza valutare qual è l’impatto nel concreto e lasciando, diciamo così, a libere interpretazioni.

Dal punto di vista organizzativo è difficilissimo e molto impegnativo. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che, ciascuno nel suo ruolo, permette il funzionamento della “macchina”. Ogni giorno le sfide sono davvero tante e facciamo il massimo per dare il meglio».

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