MESTRE - Lunghe code e tanti disagi all'aeroporto Marco Polo di Venezia per lo sciopero dei lavoratori del comparto aeroportuale indetto da Flai e dai sindacati di base, che ha messo in ginocchio le partenze da Venezia nella giornata di venerdì: a mezzogiorno i voli cancellati erano più di 60.
MALORI
Alcuni passeggeri hanno accusato malori a causa delle lunghe attese in area sicurezza e ai pochissimi check in aperti, presi d'assalto da un "serpentone" di persone che si snodava lungo tutta l'area partenze. Sul tabellone una lunga sfilza di voli cancellati, principalmente di compagnie low cost come Easyjet e Ryanair. In zona arrivi il presidio sindacale è poco affollato ma vivace: «Siamo piacevolmente stupiti dell'adesione allo sciopero da parte degli addetti al check in, persino dai lavoratori stagionali. Lato check in e flight le adesioni erano oltre il 55 per cento, le più alte. Se persino i precari scioperano vuol dire che la situazione è davvero insostenibile: queste persone preferiscono andare incontro a una risoluzione del contratto piuttosto di sottostare a dinamiche di sfruttamento», spiega una lavoratrice di Gh, che insieme ad Aviation gestisce i check in agent a Tessera.
«Io sono passata da stagionale a indeterminato ma, paradossalmente, ora guadagno di meno perché gli straordinari vengono tassati diversamente. Così l'aeroporto ci guadagna, assumendo e licenziando continuamente stagionali».
«Stiamo scioperando perché attendiamo dal 2015 un rinnovo del contratto: i nostri stipendi sono fermi a dieci anni fa - spiega Vincenzo Nuzzoletti, segretario regionale veneto Flai - Chiediamo un contratto dignitoso, anche in termini di arretrati: 500 euro per dieci anni di vacanza contrattuale è ridicolo.
I LAVORATORI
«Una volta questo era un lavoro prestigioso», commenta un altro scioperante.
«Anche lato sicurezza siamo allo sbando. Abbiamo avuto un rinnovo contrattuale da miseria: 140 euro lordi spalmati su tre anni - spiega Mina Parisotto, responsabile sicurezza presso Triveneto Sicurezza - non sappiamo se gli stagionali verranno rinnovati e questo si ripercuote sugli indeterminati. Abbiamo una vacanza contrattuale dal 2013 pari a 400 euro lordi spalmati su quattro anni: la prima tranche doveva essere a settembre ma non abbiamo visto un euro. Non si può andare avanti così, soprattutto con l'aggravarsi del contesto mondiale che ci vedrà ancora più impegnati per garantire la sicurezza. Save se ne lava le mani e questo è grave perché sta gestendo un bene pubblico. Noi non molleremo e continueremo a scioperare». (g.zen.)